Purtroppo trovo questo film insulso ai limiti dell'inverosimile. Dico purtroppo perché mi meraviglia che sia piaciuto così tanto a un determinato tipo di pubblico che dovrebbe rappresentare la punta di diamante degli spettatori. Di certo non è un cine-panettone, chi l'ha visto è uno spettatore con (si spera) un bagaglio di cultura cinematografica quanto meno decente. Non basta Servillo a fare di un film un Film, non basta un uso decente della macchina da presa per parlare di capolavoro (se il paragone è la regia televisiva, beh, allora chiunque abbia almeno due neuroni è in grado di siglare un capolavoro). Trovo questo film una scopiazzatura del soggetto di "A history of violence", che per contro era un gran film, perché il protagonista compiva delle SCELTE a partire da un incidente scatenante che lo ripiombava nel suo passato. In questo film invece il protagonista non fa nessuna scelta, subisce tutto quello che accade. Certo, sceglie di uccidere il camorrista, ma è la cosa più stupida che possa fare e non muove di un passo la sua condizione se non in peggio, come è prevedibile che accada. Eppure basterebbe una lettura ai più semplici manuali di sceneggiatura per capire che un protagonista deve avere un "movimento" che non sia dettato totalmente dal fato, sensazione che si avverte al termine del film e che comunque è ribadita in ogni analisi che leggo (non si sfugge al destino, viene a prenderti fino a casa). L'idea non è originale, la trama è sviluppata male, senza archi e trasformazioni del protagonista, ci sono buchi enormi in molte fasi del film. Che delle persone che teoricamente sono avvezze al buon cinema (così immagino il potenziale spettatore di questo film) lo abbiano addirittura incensato..mi fa capire come sta messa la classe intellettuale italiana.