Una vita tranquilla
Quando sei stato criminale, prima o poi i fantasmi del passato ritornano e bisogna farci i conti. Purtroppo la sinossi di "Una vita tranquilla" è più o meno tutta qui: un concetto più volte affrontato dal cinema, spesso pronto ad accordare benevolenza a cattivi ragazzi ormai redenti che vogliono solo "una vita tranquilla" e ad ergerli a tormentati protagonisti delle sue storie.
Rosario è scappato più di quindici ani fa dall'Italia senza che nessuno, facendo credere a tutti, tranne che a suo figlio, di essere morto. Da allora si è ricostruito una vita, una moglie, un nuovo pargolo, ma la serenità non è destinata a continuare. Una visita a sorpresa del primo figlio lo costringe, infatti, a tornare ad avere a che fare con un mondo con cui credeva di aver chiuso: la camorra.
L'ambientazione straniera (la Germania), la bravura di Toni Servillo e l'ambizione di Cupellini di girare un film con (finalmente per il cinema italiano) articolati movimenti di macchina fanno di "Una vita tranquilla" un lavoro più che apprezzabile, non solo per meriti tecnici, ma anche perché esportabile all'estero. Di film così se ne sente molto il bisogno, pellicole che cercano di volare alto rimanendo comunque all''interno di un cinema fruibile da tutti, "commerciale" nella migliore delle accezioni possibili. Le svolte narrative sono diverse e veloci nel loro svilupparsi, ma non è tutto.
C'è denuncia (il legame camorra – esportazione dei rifiuti campani), c'è il fenomeno sempre più in crescita – l'emigrazione italiana in Germania e la sua collocazione lavorativa nella ristorazione – che comunque fonda le proprie radici già nella seconda metà dello scorso secolo e c'è quel tema familiare sempre caro ai nostri italici discorsi. Proprio qui però c'è anche il limite: nonostante il film si regga sulla storia del suo protagonista, di situazioni analoghe, oltretutto proprio con Servillo attore principale, ne abbiamo viste più d'una. Da "Le conseguenze dell'amore" al recente "Gorbaciof", passando anche per il finale dello splendido "L'uomo in più": i ruoli a cui Servillo ha prestato corpo e volto sembrano ricalcare spesso dei contorni già conosciuti. Ciò non toglie che lui sia grandissimo, così come sono belle le facce di tutto il resto del cast di "Una vita tranquilla", ulteriore prova di un regista Cupellini che si conferma da tenere d'occhio (l'esordio fu con il piacevolissimo "Lezioni di cioccolata") e che vale seguire al cinema.

La frase: "Domani parti, se tutto va bene avrai una vita tranquilla".

Andrea D'Addio

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