Ritorna il caro, vecchio tema dei viaggi nel tempo che ci ha regalato pellicole memorabili, prima fra tutte la serie di "Ritorno al futuro", e poi "Countdown - dimensione zero", qualche episodio di "Star Trek", "Timecop - indagine dal futuro", "Lost in space", solo per citare quelli che ho visto. Stavolta però non di viaggio si tratta, ma di un "ponte" fra passato e presente. Il ponte in questione é il contatto radiofonico che il giovane Dennis Quaid riesce casualmente a stabilire con il padre defunto (James Caviezel) nel 1969, prima che morisse in un incendio, per mezzo di una vecchia radio che capta un segnale proveniente da una distorsione temporale. Così che padre e figlio, una volta riconosciutisi, possono dialogare a lungo per gran parte del film da due epoche diverse nello stesso posto (il salotto di casa). Naturalmente il figlio salverà la vita al padre avvertendolo in tempo della fine che é destinato a fare, ma questo provocherà tutta una serie di complicazioni che sconvolgeranno il presente creando gravi danni come la morte della madre tuttavia non irreparabili, e dando il via pure a un intrigo giallo con serial killer da catturare. Il lieto fine é d'obbligo. Non c'é molta azione, ma c'é molta suspense. Scontata ma sempre e comunque divertente ed emozionante tutta la casistica dei paradossi temporali già vista in numerose altre occasioni. Qui passato e presente interagiscono fra di loro, dialogano letteralmente attraverso le figure dei due protagonisti, diventano due veri e propri "luoghi fisici" diversi. L'idea che percorre tutto il film é che le vicende del figlio e del padre da giovane, invece che nello stesso luogo in epoche diverse, si svolgano parallelamente nello stesso momento in luoghi differenti, impressione rafforzata, oltre che dal dialogo via radio, da diverse trovate spettacolari e di montaggio: una fra tutte, la lotta di padre e figlio con lo stesso serial killer nella stessa casa ognuno nella propria epoca, a trent’anni di distanza, con la radio che trasmette i rumori della colluttazione da un’epoca all'altra, e poi i giornali e le fotografie modificate, le persone che non riconoscono più il protagonista, e tutto il ben noto repertorio che non smette mai di deliziare gli spettatori, in attesa che uno dei più grandi sogni dell’uomo da sempre diventi realtà, come ci lascia timidamente sperare il cosmologo prof. Brian Greene (con la cui consulenza il film é stato realizzato), che appare brevemente alla tv in tutte e due le epoche in una conferenza scientifica parlando dei cunicoli spazio-temporali, che solo negli ultimi anni sono diventati un poco più familiari ad una parte del pubblico, ma la cui possibile esistenza era già nota da tempo ed era stata postulata in qualche modo anche da Einstein, che già ai suoi tempi aveva parlato della possibilità - anche se solo teorica - di viaggiare nel tempo (il famoso paradosso dei gemelli). Ben fatti come sempre gli effetti speciali, stavolta non molto sofisticati. Voto: 7,5
|