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Alì

Opinioni presenti: 66
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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splendido

(7/10) Voto 7di 10

un uomo ke ha dimostrato non solo di essere un pugile come quelli ke ci sono oggi in giro, ke pensano solo a far notizie sui giornale..ma un uomo ke ha dimostrato di essere un duro sotto tutti i punti di vista..se ne trovate uno come lui fatemelo sapere, inoltre non l'ho trovato niente affatto pesante come in molti hanno definito, anzi colonna sonora spettacolare e nake la storia è stata ben introdotta..complimenti will smith..complimenti alì!!



Giuseppe, 26 anni, Bari.




CREAZIONE

(9/10) Voto 9di 10

UN OTTIMO FILM CON UNA SPLENDIDA COLONNA SONORA, MOLTO VIVO E MOLTO VERO E RIFLESSIVO, LE IMMAGINOI DELL'AFRICA SONO GIRATE OGGI ED E' COME SE FOSSERO ANCORA 30 ANNI FA!!!



Francesco, 28 anni, Cagliari (CA).




Una noia mortale

(2/10) Voto 2di 10

La storia di Alì sarà anche raccontata splendidamente in questa pellicola, ma il film è di una noia indescrivibile. Ho fatto uno sforzo ai limiti delle possibilità umane per riuscire a restare sveglio. Ok, attenersi scrupolosamente ai fatti è giusto, ma un minimo di filo narrativo in un film destinato al grande schermo non è chiedere molto!!!



deep, 26 anni, Cagliari.




Valido ma a tratti noioso

(7/10) Voto 7di 10

Il film e' fatto molto bene, bravo will smith, bella fotografia, stupendo l'incontro finale. E' lunghetto, ma non e' quello il problema, il fatto e' che in diversi momenti si prolunga troppo senza catturare lo spettatore. Piu' volte tendevo a distrarmi dal film disinteressato. Peccato, sarebbe stato un ottimo film.



Carlo, 32 anni, Calcara (BO).




CAPOLAVORO

(10/10) Voto 10di 10

Micheal Mann è uno dei più grandi registi viventi, la rappresentazione cinematografica di un mito è un'operazione delicata e difficile da realizzare senza sconfinare nella retorica. Il mito incarna il sogno di un'intera generazione. Questo è ancora più vero quando questo mito si chiama Mohammed Ali, perchèallora è tutta la frustrazione di una società che si libera e si fareale. Ali, al pari di Malcom X e di Martin Luther King, harappresentato la presa di coscienza da parte degli afro-americani delleproprie origini e della propria cultura come elementi valorizzanti e nonpenalizzanti. Un uomo che per lottare in quello in cui credeva ha perso gli anni migliori della sua carriera di Pugile..." I Vietcong non mi hanno fatto niente...mai nessuno di loro mi ha chimato negro" questo il suo pensiero sulla guerra del Vietnam. Negli States il film è andato benino solo 60 milioni di $ di incasso.Anche l'accademy ha dimostrato poca attenzione al lavoro di Mann, riconoscendo solo a Smith e Jon Voight(irriconoscibile nella parte del famoso giornalista della ABC Howard Cossell) la meritata nominations all'ambita statuetta.Il film di Michael Mann ripercorre i dieci anni della vita del Campione che ne hanno fatto una leggenda dello sport e un leader della comunità nera americana: dal 1964, quando diventa per la prima volta campione del mondo (battendo un grande Sonny Liston), fino allo storico incontro di Kinshasa contro Foreman, avvenuto nel 1974. E' essenzialmente un film fatto di primi piani, sul volto intenso di Will Smith. Un film fatto di dettagli: le scarpette che danzano sul ring, un paradenti che cade, una piega di un vestito, i guantoni, i muscoli, il sudore, ma soprattutto gli sguardi. Quelli di Ali e quelli delle persone che gli stanno intorno : di donne, diallenatori, di amici, di nemici. Straordinaria prova d'attore di WillSmith, con una sceneggiatura ridotta all'osso, Mann ci regala momenti di grande cinema. Anche la vita privata del Campione e le sue tante mogli sono descritte in modo molto fugace. La musica viene usata per accentuare alcuni passagi chiave ma senza sovrapporsi alla storia, senza essere retorica. Anche i combattimentisono straordinariamente veri, più dell'azione contano la fatica e ipensieri, posso dire che il combattimento con Sonny Liston all'inizio del film è qualcosa di, registicamente parlando, straordinario.Il film cede un po' nel finale, quando il regista sembra rinnegare la sua scelta intimista per riappropriarsi del mito aprendo il campo della macchina da presa alla folla che circonda il campione, ma è comunque un peccato veniale. Ali' rimane in mezzo al ring con le mani alzate, ancora una volta vittorioso. Per me è un capolavoro, certo non un film commerciale, ma è qualcosa che ti resta. ALI BUMAYE. Piergiorgio.



SALVATORE, 31 anni, CALTANISETTA.





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