Un piccolo capolavoro, poche storie. Un film che con classe e delicatezza fa ridere, emozionare e riflettere in parti praticamente uguali e sempre con grande intensità, con superbe recitazioni e magnifica colona sonora, non merita di essere definito in altro modo.
Anche in questa occasione, dopo aver visto un film francese, mi dolgo per l'ennesima volta di essere nato al di qua delle Alpi: la differenza media di civiltà e cultura espressa dalle rispettive cinematografie, è veramente impietosa a favore dei cugini...
Entrata al cinema entusiasta per i trailer visti nell'ultimo mese, con l'idea di vedere un film leggerino e divertente, ne esco con un frullato di pensieri per la testa, e non ho capito quanto il regista possa essere stato consapevole ed abbia tenuto conto dei miei personali piani di lettura... più seriamente: se effettivamente fosse così il messaggio che voleva trasmettere...
Il film nel complesso mi è piaciuto abbastanza, carine le canzoni, molto brava la giovane protagonista, e molto dolce, fin troppo, le sue coetanee non sono così, ma infatti giustamente è rappresentata piuttosto emarginata nell'ambiente scolastico. Un po' ci si commuove, ma per fortuna non troppo, e anche qui, come in "Quasi amici", la disabilità è trattata senza pietismo: i protagonisti sordomuti sono descritti tutto sommato come dei grandi egoisti, un po' grossolani addirittura sprezzanti verso chi disabile non è.
E poi, come al solito io tendo a vedere nel film pezzi della mia vita quotidiana, e la mia prima sensazione è stata di "soffocamento": da figlia mi sono immedesimata nel disagio per l'enormità di quanto una famiglia può arrivare a chiedere ad un figlio, per il suo peso nelle scelte e nei percorsi di vita individuale dei componenti, pur con tutto l'amore che ci si può respirare dentro... invece da genitore mi sono chiesta quanto egoismo rischiamo di iniettare in questo amore contemporaneamente protettivo-esclusivo-bisognevole-aggressivo, quante delle nostre aspettative gravano sulle spalle dei nostri ragazzi, quante pretese ci arroghiamo, solo per il fatto di averli messi al mondo, di plasmarli come ci piacerebbero, quanto concediamo loro di non essere "ancora troppo piccoli" per decidere dei loro gusti e delle loro preferenze...
E la scena che mi ha maggiormente scatenato il disagio ed il senso di colpa per il rischio di essere un genitore castrante e soffocante è stata quella in cui la madre sordomuta rivela la delusione per la nascita di una bambina non sorda e non muta: quanto di noi genitori, e della nostra delusione per quando i figli non sono come vorremmo, c'è in un questa scena?
I nostri "Paula" vogliono e devono poter cantare la loro personale "Je vole"...
Piacevole commedia che si sposta su vari registri dolce amari, in cui forse non tutto è centrato e qualcuno troverà per certi aspetti adolescenziale; ad ogni modo, mantenendo sostanzialmente la giusta dose di ironia, il film si snoda per situazioni per lo più azzeccate, sorretto anche da buone prove interpretative. Bella poi la resa delle canzoni di Sardou. E volendo ci si può pure commuovere un po'.