Di Pif finora conoscevo solo la reclame televisiva e confesso che ad ogni spot la domanda sorgeva, tra lo scetticismo, spontanea: "Ma dove l'han preso sto Pif"?
Vedendo il film mi si sono chiarite le idee.
20 anni di mafia raccontati in modo toccante, divertente ed ironico.
un film che coinvolge commuove e diverte. Da vedere!
Può passare per un film leggero, leggerissimo. Ti abbassa le difese, tanto da farti pensare che la mafia si possa sconfiggere ridendo. E invece no, questo non può essere vero, e Pif, il regista esordiente, lo sa.
Certo, si ride, e anche molto, si ride sui mafiosi e coi mafiosi, e si ride sugli eroi e con gli eroi.
Ma questo film non è una commedia, nonostante possa essere rubricato sotto tale genere, è qualcosa di nuovo.
E infatti tra una risata e l'altra, ecco una sparatoria, un' esplosione, un morto ammazzato, un eroe lasciato solo.
Tutto drammaticamente reale, e non c'è proprio nulla da ridere.
Ed è proprio in questo che il film eccelle.
Per il regista la risata è il mezzo, non certo il fine.
Pif fa quello che Benigni ha fatto con l'Olocausto, e cioè solo quello che spiriti liberi sanno fare: raccontare una tragedia ridendo con essa. Non su di essa, attenzione. Con essa.
Pif ci fa ridere raccontando di un bambino cresciuto nella Palermo della Mafia, ma perchè lo fa?
La risposta si ha all'uscita della sala, nel momento in cui si alzano le luci e ti alzi per andare alla macchina.
Non si rimane con il sorriso sulle labbra alla fine del film, si rimane con un vuoto dentro, con una commozione che è anche rabbia.
Perchè la Mafia non si sconfigge con una risata, si sconfigge ricordando chi sono stati gli Eroi e chi le bestie. Solo così si onorano le persone che l'hanno davvero combattuta, a dispetto dello stato e delle istituzione.
Solo ricordando gli Eroi,solo capendo gli errori fatti dal popolo che non è stato loro vicino, solo arrabbiandoci per quanto non abbiamo fatto possiamo combattere la Mafia. E sconfiggerla.
E Pif questo lo sa, e ce lo spiega a modo suo.
Con una risata.
E pif questo lo sa, e ce lo racconta
Probabilmente per la mia età' e per aver letto libri sulla mafia, conoscevo bene gli avvenimenti narrati e riconosco al regista il merito di narrarlo in maniera didascalica e leggera, inframmezzato ad una storia d'amore ingenua e romantica, andrebbe mostrato nelle scuole per non dimenticare che non è possibile convivere con la mafia come disse un ministro anni fa, pero' anche in questo sta il suo limite è piacevole ma non certo un capolavoro ne per regia ne per interpretazione, sa un po' troppo di documentario, merita un bel voto ma non certo i 9 o 10
Ottimo esordio per Pif: gira questa finta biografia allo stesso tempo con l'ironia che lo contraddistingue, ma anche con grande sensibilità e con un'amarezza di fondo che sembra non sentirsi mai, ma che alla fine emerge, magari quando si esce dalla sala per tornare a casa.
Probabilmente se il regista fosse Woody Allen o qualche "maestro" della commedia francese, già si parlerebbe di capolavoro. Spero che ottenga i riconoscimenti che merita.