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Velluto blu

Opinioni presenti: 27
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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la vita non è sempre quello che appare

(10/10) Voto 10di 10

consigliato a tutti gli amanti dei misteri. è un giallo fino alla fine,mpossibile addormentarsi,o annoiarsi un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato. mentre per tutti quelli a qui non è piaciuto, consiglio bad boys2 o vacanze di natale sicuramente li troveranno piu azione.



Dani, 24 anni, Bologna (BO).




Grande film

(9/10) Voto 9di 10

Il migliore film di Lynch. Le due facce della società in analogia alle due facce della personalità, in conflitto tra il bisogno di conformismo rappacificante e di devastante perversione, con tanto di simbolismo. Finale beffardo e anti-buonista. Sensazionale.



Andrea, 24 anni, Treviso.




She wore blue velvet

(10/10) Voto 10di 10

Lo schermo velato da un drappo di velluto blu, scuro. Si alza il sipario e cosa troviamo: un giardinetto di una villetta a schiera, l'erba verde, i pompieri che passano salutando, una canzone degli anni sessanta che parla di una donna vestita in blu... In un mondo talmente limpido, quasi più limpido della finzione globale di "The Truman Show", si nasconde il mistero, la corruzione dell'ignoto, la perversione pura. Lo spettatore, come l'innocente e curioso protagonista, puo' sbirciare dietro la tenda per vedere cosa si nasconde sotto l'apparente purezza: squallore, corruzione, sporcizia. I richiami a suggestioni lybchiane pure si trovano nelle brevi sequenze della porta che venendo aperta fa filtrare la luce in una stanza altrimenti buia, nei lenti zoom sull'orecchio mozzato, gli insetti formicolanti sotto l'erba. Apprezzare la qualità di "Velluto blu" non è facile, specialmente adesso che Lynch ci ha regalato un capolavoro come "Mulholland Drive", dall'intreccio decisamente piu' complesso e con una dose maggiore di provocazione. Non si puo' comunque negare l'alto valore che riveste all'interno della filmografia del regista, che con questo film ha dato il via al suo periodo "fiammeggiante". Attendo con ansia di gustarmi "Inland Empire".



Riccardo, 22 anni, Bruxelles (estero).




Arte

(10/10) Voto 10di 10

Non è un semplice film:è l'evoluzione delle straordinarie e deliranti invenzioni di Erasarhead;è il punto di partenza per le successive opere del regista;è la concretizzazzione di tutto il pensiero di Lynch...è arte.Un'arte in cui ogni singolo elemento,dai colori,dalle scenografie,dai dialoghi,si modifica,si trasforma,in maniera assolutamente calibrata e calcolata,per sottolineare il contrasto e il confine,sottile e allo stesso tempo abissale,che esiste tra la facciata esterna,quella che comprende i sorrisi,i buoni vicini,il perbenismo,e il marcio,la falsità e le perversioni che si insinuano e nascondono all'interno di tutto questo,coperti e protetti dallo "steccato",fragile si,ma che impedisce,in ogni caso,la visione.Due mondi magistralmente sintetizzati nell'ego dei due protagonisti:il primo nell'ingenuità di Joeffrey,che ,protetto nel suo "steccato",non può sapere ciò che si insidia nel profondo,se non in seguito ad un evento che segna,in un modo o nell'altro,la sua vita(il ricovero del padre);l'altro dal delirio di Frank,che,al contrario,da quel mondo trae la sua linfa vitale.Il risultato di questo "incontro" è Dorothy:troppo pazza per essere normale,troppo normale per essere pazza,quasi a voler sottolineare,paradossalmente,che i due mondi,pur essendo vicini,non possono incontrarsi.Tutto questo,e anche di più,molto di più,è Velluto blu:arte,che 5 stelline non possono sintetizzare.



Carmine, 22 anni, Napoli.




Un thriller di formazione

(7/10) Voto 7di 10

La prima riflessione che mi è balzata alla mente dopo la visione del film è stata quella di un "lynch con la testa a posto", in cui la vicenda procede secondo sequenze logicamente connesse le une alle altre anzichè attraverso deliranti visioni (eraserhead) o incomprensibili sfasamenti spazio-temporali (lost highways). si tratta forse di una delle sue opere più "umane": è sostanzialmente la storia dell'iniziazione al male del giovane jeffrey, strutturata come un classico thriller. tuttavia anche in questa sua opera troviamo una serie di elementi di difficile interpretazione (o forse è meglio dire "lynchiani"): basti pensare alla simbologia legata ai colori: il velluto blu (connesso alla sfera sessuale ma anche alla morte), l'uomo in giallo, il pettirosso, le tende rosse di twin peaks...mi sembra inoltre di cogliere una sorta di ironia di fondo che coinvolge sopratutto i due protagonisti: jeffrey e sandy danno l'impressione di fantocci la cui ingenuità rasenta il ridicolo: basti pensare ad alcune uscite di jeffrey del tipo: "perchè esiste gente come frank?" oppure al sogno di sandy sui pettirossi. e non credo sia un caso che alla fine i personaggi che più rimangono impressi siano quelli secondari interpretati splendidamente da isabella rossellini e dennis hooper. questi rappresentano infatti la realtà dionisiaca celata sotto l'apparente tranquillità di una sonnolente cittadina americana: jeffrey ne viene a contatto attraverso dorothy e ne è sconvolto, non risponde più delle sue azioni, e sicuramente la sua visione del mondo dopo questa esperienza sarà stravolta: e infatti il pompiere che saluta con la mano alla fine non lo vediamo anche noi sotto una luce diversa rispetto all'inizio? complessivamente un ottimo film ma che non mi ha coinvolto a tal punto da considerarlo un capolavoro, forse proprio per questa sua umanità, per l'assenza di scariche elettriche, di forze provenienti da "altrove" che a mio avviso costituiscono la peculiarità e il fascino dei film di lynch.



Hades, 21 anni, Milano (MI).





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