a tratti potresti anche aver voglia di uscire dalla sala...ma mai scelta sarebbe piu' sbagliata....perderesti la profondita' e la delicatezza con cui i personaggi vengono descritti e diretti.
Complimenti alle scuole di recitazione americane capaci di tirar fuori talenti simili....la regia e' dolce e delicata come solo lui sa fare
è ora che ad hollywood si decidano a dare un oscar al grande leo di caprio.questo ragazzo evidentemente è molto invidiato.il regista sconosciuto di questo capolavoro(per dirla alla barbara di bari)in realtà voleva fare un cinepanettone in salsa hollywoodiana che tanto piacciono a barbara......ma ha fatto un capolavoro che sicuramente avrà un posto d'onore nel panorama cinematografico mondiale.Lindbergh poi......
Una delusione. Mi aspettavo qualcosa di molto più organico ed obiettivo, cioè una vera biografia di questo personaggio che ha attraversato quasi 50 anni di storia statunitense, non l'insistenza un po' lugubre sui complessi e le repressioni del protagonista. Forse il film dilatando al massimo questo lato intimista voleva furbescamente rccogliere consensi dalla critica, però la sensazione è che alla fine giri attorno ai soliti 3-4 argomenti perdendo di vista l'interesse generale. Anche il risalto dato al rapimento Lindbergh, per quanto funzionale a far emergere alcuni punti-chiave dell'epoca, mi è sembrato esagerato, visto che prende quasi tutto il primo tempo del film. Peccato, perchè Hoover ha diretto le indagini di moltissimi casi, in anni intensi e pieni di spunti interessanti. Il film, purtroppo, interessante lo è molto poco, anzi è lento e noioso. Niente da dire invece sulla recitazione, in particolare quella di Di Caprio e di Judi Dench, attrice bravissima che però forse si sta un po'inflazionando (nel 2011 la si ritrovava ovunque). Se l'obiettivo di Eastwood e di Di Caprio era di puntare all'Oscar, sarà forse per la prossima volta.
J.EDGAR,regia:Clint Eastwood(un altro dei grandi mediocri di Hollywood)con:Leonardo Di Caprio e Naomi Watts.
Il vecchio Clint(vecchio in tutti i sensi,pultroppo)tenta la carta della rievocazione storico-politica della Federal Bureau investigation(ovvero i servizi segreti statunitensi)in America...ma tutto va a catafascio fin dalle prime sequenze:una bomba scoppiata da chissà dove impone al giovane J.Edgar(in gioventù è recitato da Di Caprio)di combattere il comunismo(che diavolo c'entrava la bomba con il comunismo?e già questo è grave che non sia stato specificato)ed ecco che inizia la sua carriera investigativa.
Tutta la storia è narrata a colpi di flashback dall'anziano Edgar Hoover(attore sconosciuto,peraltro)che racconta le sue avventure americane a un cronista che scrive delle sue imprese come fondatore assoluto dell'FBI e come innovatore delle tecniche di investigazione da egli inventate.
Il cast è fiacco e la logica del film va a farsi benedire tra il 2°e il 3°"atto"di questo scadente melodramma...la relazione omosessuale tra i due non si capisce proprio cosa dovrebbe c'entrarci con tutto il resto mentre gli errori storici piovono a catinelle:l'aviatore Lindbergh era,in realtà,una donna(non si capisce perchè,nel film,è un uomo).
I fumetti che vedono J.Edgar Hoover protagonista di eroiche imprese contro il crimine non sono mai esistiti checchè ne dica Eastwood,le ricerche sul legno della scala utilizzata dal rapitore anch'esse non sono mai esistite(in realtà venne utilizzato un radiotelefono per scannerizzare i raggi gamma e individuare possibili impronte digitali retroattive lasciate dal criminale...il che ha condotto l'FBI prima a Pechino,poi in Irlanda e infine nel Maine).
Grazie al cielo sono però presenti nozioni storiche attendibili e comprovate:l'odio anticomunista estremo e viscerale di Hoover,l'arresto di massa dei primi gruppi socialisti all'inizio del film,la madre razzista(memorabile la frase:"meglio un figlio morto che una mammoletta")e l'odio verso i gruppi di Martin Luther King all'epoca successiva all'uccisione di Kennedy.
A parte la storia,J.EDGAR ha ben poco da offrire se non le interpretazioni che affogano in un lago di mediocrità,l'iniquità di una sceneggiatura stanca e patetica...conclusione:vedibile...ma il grande cinema è tutta un altra cosa.
Due ore di retorica perfettamente in linea con l'ideale stars 'n' stripes di 'sicurezza globale', condito dalla trovata frociesca per farlo apprezzare dalla critica. A tratti esilarante, per il resto da sonno.