Ragazzi, non succede nulla dall'inizio alla fine... quando è finito, pensavo fosse la fine del primo tempo, invece hanno cominciato a scorrere i titoli di coda...
Assurdo..
Fino ad ora ho letto solo commenti negativi su questo film eppure a me non è per niente dispiaciuto certo forse chi lo ha visto si aspettava azione e alieni che uccidevano tutti ma non è così si tratta di un film che vuole giocare più sui sentimenti che sulla presenza degli alieni che parla di come gli umani siano riusciti più o meno a convivere con questi mostri a discapito dei più poveri.Personalmente lo considero un film che raggiunge la sufficienza e mi sento di consigliarlo a coloro che vogliono vedersi un film non sugli alieni ma più sentimentale...
Voto 6,5 (7 per eccesso)
Dopo i buoni propositi iniziali nei primi 15',praticamente il nulla...non succede niente,mi aspettavo una specie di disaster movie,invece..nulla...con finale pessimo oltre tutto.D'accordo con le critiche delle opinioni qui sotto.
Mi spiace affibbiare un voto simile perché il contesto era interessante, la trama originale e, considerando il basso budget e l'inesperienza del regista, tecnicamente è realizzato piuttosto bene, ma queste indubbie qualità non possono far sorvolare sul fatto che il film ha fallito nel suo scopo, ha fallito al punto che quasi non si capisce quale sia questo suo scopo, il suo messaggio. Di spunti e tematiche ce ne sarebbero a palate, eppure non si va mai sotto la superficie, si parla un po' di questo e un po' di quello ma senza mai scavare in profondità. Dovrebbe essere un film di fantascienza, però non solo gli alieni si vedono di straforo, ma addirittura lo spettatore quasi non riesce a percepire di trovarsi in una realtà disastrata: l'ambientazione post catastrofe ci viene suggerita a parole, dai cartelli di pericolo e da qualche cadavere, ma l'atmosfera che si respira è tutt'altra; i protagonisti si comportano come se stessero facendo una scampagnata, addirittura si stupiscono di sentire versi inquietanti di tanto in tanto, arrivando infine a chiedersi perché la gente vada in giro armata (dopotutto siamo solo nel bel mezzo della zona infetta!). Vedere dei morti li turba solo per due minuti, il mattino dopo riprendono il cammino chiacchierando amabilmente, trovando pure il tempo di dedicarsi al turismo. Ovvio quindi che gli alieni siano solo un pretesto per parlare di tutt'altro, e non sembrerebbe difficile intuire di cosa: siamo in Messico, c'è un enorme muro a proteggere il confine con gli USA... Insomma, una metafora, e pure di grana bella grossa, sulle politiche immigratorie degli States. Mi preparavo già ad un (banale) finale in cui i nostri, arrivati al confine pieni di sogni e speranze, si beccavano un proiettile dai militari, invece il confine lo passano tranquillamente, telefonano tranquillamente per farsi venire a prendere ed i marines non solo arrivano effettivamente a prenderli, ma successivamente cercano pure di salvarli, come si vede nel finale/inizio. Che critica è allora? Anche i riferimenti all'uso delle armi per risolvere i problemi mi sembrano alquanto pretestuosi, perché se avessi una piovra gigante avvinghiata alla casa sarei ben felice se arrivasse l'esercito a seccarla. Pensi allora che il tema principale sia in realtà il viaggio, la crescita umana dei protagonisti, il loro amore, ma nemmeno questo convince: è ovvio fin dall'inizio che Sam è infelice e non ama il fidanzato, non si evolve mai veramente, si limita ad ammettere quello che già sapevamo, e così pure Andrew, il cui interesse per Sam è a dir poco forzato. Insomma, tante possibili letture e nessuna che convinca, considerando poi le numerose sciocchezze dovute al pressapochismo dello script, come il fatto che attraversare la zona infetta costi più del biglietto del traghetto (quindi i poveracci al porto che non potevano permettersi il traghetto volevano tentare un viaggio che costava il doppio? Assurdo!), capirete le ragioni della bocciatura. Occasione persa.
Inizia con una sparatoria contro un gigantesco polipo e già da subito si evince che non si tratta di un comune film di fantascienza hollywoodiano: fotografia sporca, stile simil documentaristico, poco spazio all'effetto speciale e il tutto con veduta ad altezza d'uomo.
Nessuna concessione allo spettacolo, nessuna discesa (o ascesa) nell'azione pura. E' un film che non concede nulla: girato con un milione di dollari, l'opera di Edwards è volutamente e stilisticamente antispettacolare, non rispetta i tempi dell'azione, accenna senza quasi mai far vedere, accompagna lo spettatore in un'ora e mezza di visione in cui tutto è concentrato sui due protagonisti e il loro viaggio on the road.
Il problema è che il film, benché volutamente sotto le righe da un punto di vista estetico, non riesce a coinvolgere nemmeno tramite lo script che non risulta particolarmente ansiogeno, non produce curiosità, non da spiegazioni, non fa affezionare ai personaggi che restano oscuri nel loro passato e del tutto ancorati alla situazione contingente. Non c'è feeling con lo spettatore: ogni momento appare fine a se stesso, il sottotesto politico sulle relazioni razziali è appena accennato, e solo negli ultimi minuti assistiamo ad un momento più emotivo, più ricercato.
Peccato per l'occasione sprecata: film come District 9 restano su un altro pianeta e tutto sommato, benché l'impegno di distaccarsi dal banale film di fantascienza sia da premiare, il risultato non rispetta le premesse e tutto quel che offre è, appunto, una visione leggermente più fresca sul genere (anche se i rimandi si sprecano) ma vuota di contenuto e di situazioni.