un'impresa lodevole e forse impossibile quella di raccontare personaggi così grandi e difficili, quindi secondo me non pienamente riuscita.
Un tentativo onesto, nulla di più.
Fuori parte la Knightley, troppo poco sensuale, troppo stereotipata nella recitazione, tanto da non rendere credibile un tale trasporto amoroso da parte di Jung.
Insomma un compito da svolgere con qualche difficoltà e qualche manchevolezza.
... e poi , a tavola, Jung comincia a mangiare mentre Freud ha ancora il piatto vuoto! Non poteva mai succedere !
Probabilmente alcuni estimatori di Cronenberg lo troveranno superfluo... chi non ha idea di chi sia Cronenberg invece lo troverà lento. In realtà si tratta di un film coraggioso, che non cade nei luoghi comuni spesso appiccicati addosso ai "matti" ed ai loro altrettanto nevrotici terapeuti. Grande interpretazione, credibile, degli apparentemente non credibili attori. Jung che sculaccia Sabine entra a pieno titolo nell'immaginario cinematografico del nuovo millennio.
Come Spider, a metà film non vedevo l'ora che finisse. Apparte una strepitosa (iniziale, quando fà la matta) Keira Knightley, e le teorie interessanti, film noioso.
Ho visto "A dangerous method" ieri dalle 19.40 alle 21.40; specifico tali orari per chi ritiene che l'apprezzamento d'un film dipenda in parte dalla stanchezza dello spettatore.Eravamo circa 10 tra cui - presumo - degli studenti di Psicologia; non mi spiego altrimenti perchè ragazzi di meno di 20 anni scelgano un film così complesso.Ho scelto tale film in quanto avevo già visto il bellissimo "Prendimi l'anima" di Faenza, in cui il rapporto tra Jung e Sabine ha sfumature diverse rispetto a quanto mostrato in "A dangerous method" o raccontato in "Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud" di Aldo Carotenuto, opera in cui il grande psicoanalista rivelò: (…) un episodio estremamente significativo della storia del movimento psicoanalitico, un episodio che è al tempo stesso una vicenda umana complessa e appassionante in cui si intrecciano una guarigione analitica, un'avventura spirituale, l'esplosione di un amore impossibile, la nascita di alcune grandi idee del nostro secolo, tutto all'interno di un triangolo i cui vertici simmetrici sono costituiti da Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein; triangolo rimasto completamente sconosciuto fino all'avventurosa scoperta di un fascio di documenti contenente, oltre al diario segreto di Sabina, le lettere che per più di dieci anni si scambiarono i tre protagonisti." (www.centrostudipsicologiaeletteratura.org)
Ho finito da poco "Una vita per i nostri tempi", la biografia di Freud di Peter Gay, e ho letto "Ricordi Sogni Riflessioni" di C. G. Jung; a mio avviso il film è realistico e molto bello.I personaggi sono ben calati nei ruoli: Mortensen interpreta alla grande un Freud che fuma sempre il sigaro, come nella realtà, mentre riflette su quanto gli esprimono Jung e poi Sabine ed espone i propri pareri senza mai perdere quel ruolo di “padre della psicoanalisi” che gli alienerà la stima di Jung, il quale vorrebbe misurare con lui da pari a pari.Keira si destreggia con impegno tra il ruolo d’isterica – “troppe smorfie” ha scritto qualcuno che forse non ha frequentato un reparto psichiatrico femminile - e quello di una donna affascinante e intelligente, che si laurea in medicina e si specializza in psichiatria in tempi in cui le donne accedevano di rado all'Università, e che riesce a conquistare l’Uomo che ama.Michael Fassbender interpreta molto bene Jung e rende anche l’idea del “personaggio ariano”, come lo definisce Freud quando fa notare a Sabine che la psicoanalisi è portata avanti da ebrei: bello, dai grandi occhi azzurri e il fisico snello.Il film cura molto i dettagli degli studi dei due psicoanalisti: appaiono i reperti archeologici amati da Freud, il celebre divano rosso, l'indirizzo n°19 della BergGasse. Emerge luminosa la figura della Signora Jung, una donna innamorata che dona al consorte dei figli ed è capace di chiamare Sabine quando il consorte, dopo la fine del rapporto con Freud e Sabine stessa non dorme più.Aspetto il DVD per vedere il film in tedesco.
è un film che non mi ha dato quanto speravo. probabilmente non l'ho capito. ben recitato, la regia è sapiente, ma non ho capito la necessità di raccontare di rapporti malati (l'amore tra Jung e la Spielrein e l'amicizia tra Jung e Freud). gli uomini ne escono con le ossa rotta: grandi scienziati ma nella vita privata persone piccole, fragili, codarde, invidiose. miglior figura fanno le donne: la Spielrein (coraggio e riscatto) e la moglie di Jung col suo amore silenzioso e caparbio.