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Non lasciarmi

Opinioni presenti: 29
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risponde al bellissimo libro di Ishiguro

(8/10) Voto 8di 10

Ci si chiede come mai i ragazzi destinati da una societa spietata al macello non si ribellano? avete presente quello che è successo nei lager nazisti? chi si è ribellato dei milioni di persone massacrate senza colpa alcuna. L'uomo è capace delle piu grandi scoperte e delle piu' tragiche nefandezze così come della piu' profonda rassegnazione di fronte ad un destino ineluttabile. Quello che si puo' dire è che dal meraviglioso e commovente libro di I. K. è stato tratto un film difficile ma che ben ne puntualizza i momenti salienti, un po' lento ma efficace e recitato e diretto ottimamente, struggente e doloroso, ma duro e profondo per quanto di riflessione ha saputo dare a noi spettatori.



antonio, 63 anni, napoli (NA).




Deprimente, paranoico e inverosimile

(1/10) Voto 1di 10

Film ben recitato, ma lento, triste, deprimente, paranoico e inverosimile. Come potrebbero degli esseri umani, se pur cloni, accettare il lugubre destino di essere solo carne da macello, pezzi di ricambio, destinati ad essere mutilati e uccisi senza ribellarsi, senza cercare di scappare o avere anche voglia di suicidarsi? Film parto di menti malate. Non capisco come ci possano essere dei produttori che accettino di produrre dei film del genere! Assolutamente da evitare!



Marco, 56 anni, La Spezia.




destino antropotecnico

(7/10) Voto 7di 10

Al dilà della specificità del tema, futuribile, ma con qualche cenno di criptica attualità, relativo ad esseri umani clonati per fungere da contenitori di organi da donare , che forse ci appare così distante da non riuscire a colpirci veramente, mi sembra che il film possa leggersi anche come una metafora dell'educazione che via via nella società postmoderna , diventa sempre più mirata ad una "antropotecnica", per cui i giovani vanno istruiti in organizzazioni di massa in cui l'indottrinamento , subdolo, diventa prevaricante rispetto alla libera espressione della personalità. Insomma si viene cresciuti per essere i lavoratori efficienti nella società capitalisitca, obbedienti al destino della prestazione, della produttività, senza chiedersi mai se sia per caso anche giusto tentare una qualsiasi via di fuga.Quello che colpisce è che i ragazzi-cloni non desiderano sottrarsi , se non marginalmente al loro destino. Interessante in questo senso è la figura dell'insegnante "trasgressiva" che prontamente viene allontanata dalla scuola, che , a differenza delle altre, rivela loro il compito per il quale sono nati e forse potrebbe far nascere , se fosse rimasta, un barlume di autocoscienza. Riferimenti e metafore per temi forti che forse sfuggono allo spettatore meno avveduto. Interessante l'ambientazione, quasi senza tempo, anche se il riferimento cronologico è agli anni 80/90, con stili retrò che creano una bolla atemporale. L'ultima parte del film è comunque troppo lenta e l'empatia con i personaggi invece di aumentare diminuisce. L'allusione all'amore e all'arte come possibili mezzi di salvezza si diluisce in questa trama fino a perdere consistenza. Così come la domanda essenziale e metafisica che sottende tutto il film, è troppo forte per essere trattata come una fiction : ogni essere umano, clone o non clone, deve fare i conti con la morte e crede comunque che sia troppo breve il tempo che a ciascuno è assegnato. Insomma: troppi temi, troppo forti, per un film così rarefatto.



sandra, 56 anni, modestaprovincia (AP).




Indecente!

(1/10) Voto 1di 10

Quando una psicosi sociale prende forma, riesce a rendere l'autodistruzione una necessità etico/morale . . . . Si potrebbero fare mille esempi di "degenerazione rassegnata" per non dire abominio. Se esistesse per davvero una civiltà come quella capace di descrivere le sfumature del "sentimento", come quella spalmata con tanta naturalezza nella trama di questo film, la stessa civiltà subirebbe da li a poco l'intolleranza riservata al nazismo. Con la stessa "normalità" si portavano gli Ebrei ai Campi. Ma quello è successo davvero, questo no! Allora ce lo inventiamo . . . . .? Allora che cos'è "Non Lasciarmi? Un modo per dire che si può vivere anche avendo rinunciato a vivere? Solo un Paradosso Indecente! Do 1 per far partire l'opinione, in realtà il mio è zero con lode.



Maurizio, 52 anni, Milano (MI).




struggente

(8/10) Voto 8di 10

Uno dei rari film la cui visione si imprimerà per un pò nella mia memoria, a parte per la recitazione eccelsa degli attori principali, per la storia in se stessa dirompente (mi basta solamente la riflessione sull'anima dei cloni con la scena finale la quale, benchè già utilizzata in altri film di puro intrattenimento fantascientifico, per come viene invece affrontata qui, ti provoca non poco). Ed è per questo motivo che probabilmente rivedrò questo film.



maurizio, 51 anni, rovereto (TN).





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