Film di una straordinaria, straziante tenerezza !
Bentivoglio si conferma un maestro da Oscar, superba l' interpretazione dell' ottima Francesca Neri, bella e dolcissima, un bell' apprezzamento anche a Serena Grandi.
Sono veramente basito dai giudizi negativi che precedono, una vera ingiustia a mio parere. Certi film andrebbero vietati ai "minori predisposti con l' anima"
Mi sento del tutto d'accordo con il commento di Giulia, e confermo che questo è uno dei film peggiori che io abbia visto (faccio osservare che sono una che sceglie i film sulla base dei giudizi di critica, di amici qualificati e di rubriche specializzate, dal momento che non riesco spesso ad andare al cinema).
Motivazioni: sicuramente tutti i difetti elencati in altre due recensioni qui riportate, come la lentezza, la debolezza della trama, le situazioni inverosimili, mal congegnate e mal recitate (alle penose scene da telenovela della riunione di famiglia e dell'ospedale aggiungo quella della cena di saluto del protagonista in cui le reazioni dei presenti alle prime imbarazzanti parole del suo discorso sono assurdamente esaperate e direi anche fuori dalla realtà), la superficialità estrema nel trattare la malattia, l'inesistenza di dialoghi significativi.
A tutti questi difetti aggiungo il fatto che i personaggi risultano quasi totalmente inespressivi, ci sono elementi inutili (come la serata fallita della protagonista alla conferenza con il collega, episodio appena accennato e che si capisce poco) e ci sono pochissimi momenti nel film che comunicano emozioni e sentimenti, il tutto resta al di fuori dello spettatore e genera solo noia, una sconfinata noia.
Credetemi, non riesco a ricordare un film più brutto di questo negli ultimi cinque anni. Uso la parola "brutto" perchè riassume pienamente i gravissimi difetti del film...mi riferisco alla lentezza, al fatto che non succede assolutamente nulla durante tutto il film, al fatto che la trama è pressochè inesistente, al fatto che Francesca Neri è una velina trassata da 60enne con le labbra a canotto e i capelli tinti di grigio, al fatto che il tema della malattia viene trattato con una superficialità imbarazzante, al fatto che non c'è un dialogo - e dico uno - degno di nota.....questo è un filmetto noioso.
Non sprecate i vostri soldi e il vostro tempo.
Affrontare in un film il tema dell'Alzhaimer è una scelta coraggiosa e non comune. Pupi Avati lo fa calando l'argomento in una storia d'amore, e lo fa con sobrietà e delicatezza. Non capisco le accuse di scivolamenti sentimentali. La storia si dipana con equilibrio e credibilità, interessanti il contrasto tra il livello alto borghese della famiglia di lei e l'umiltà delle origini di lui. Straordinario il rapporto tra la modernità della vita attuale e l'autenticità di un'infanzia non facile, infanzia che ritorna con nostalgia irresistibile nella fase di peggiorameto della malattia. In questo contrasto si inserisce il tratto poetico del film. Ottimi gli interpreti, superlativo come al solito Bentivogli, brava la Neri e Cavina. Sorprendente Serena Grandi che ritrova nella maturità un'autenticità da tempo smarrita che ce la restituisce come attrice spendibile per ruoli meno banali.
Mi sembra la copia di un film del 2002 che trattava lo stesso argometo: Iris, la storia della scrittrice Iris Murdock colpota dalla stessa malattia degenerativa.