Fermandomi qualche giorno addietro un amico in un bar mi disse: "cosa vuoi che faccia un regista da una cinepresa nel descrivere una realtà politica e sociale imperante? non mica è tutto credibile?"
Ho riflettuto parecchio su questa considerazione e devo dire che Avati ha sciolto ogni margine di dubbio dimostrando come una storia, un racconto possa dar luce ad una vicenda e svelanre i contorni anche con pochi aneddoti.
Nuovamente il grande regista bolognese ha colpito e in particolar modo è riuscito ad entrare nello spaccato della quotidianità di una parte di 'species' all'italiana, narrando le vicende di un personaggio discusso e discutibile che, facendo il 'bello ed il cattivo tempo', come si dice in gergo, ottiene fortuna e denaro.
La semina poco lecita però non fa raccogliere i frutti sperati e suggella non altro che l'ingresso sulla scena dell'ingenuo di turno (un classico del cinema Avatiano), il figlio piu piccolo, abbandonato da tempo insieme alla madre ed al fratello.
Costui spera di poter cogliere nell'avvicinamento del padre la trasformazione della propria vita.
In realtà accade proprio tutto il contrario...
Contrariamente alle opinioni sentite sul film in questi giorni, ritengo che non esiste alcuna forma di buonismo nel film.
Vero è che Luciano, assolutamente sconfitto dalle sue mille peripezie, rientra a casa e vi torna trionfalmente.
Tuttavia cosi come il protagonista, cosi come la classe politica del nostro paese,cosi come il male ieri, oggi e domani, l'impresa un giorno ripartirà: germoglia e ricresce sempre e non cesserà mai.
In una trama stilisticamente ordinata e nel quadro di una scenografia di spessore ben coordinata alla narrazione cosi come le musiche (greande ritz ortolani), si evidenza la enorme bravura del regista nel far ruotare e muovere gli attori come in una regale danza.
Merita dunque un forte apprezzamento l'interpretazione di tutti, ed in particolare dell'Ottimo Zingaretti, ormai certamente uno degli attori più versatili del nostro cinema.
Che dire poi di De Sica, bravo e finalmente in grado di scommettere su se stesso per provare a cambiare.. chissa che non sia la volta buona.
Film pregevole e sincero. Una pagina del libro Italia, coi suoi costumi ed i suoi vizi.
Sono sincera : sono andata a vedere questo film per vedere il bravo Christian De SIca recitare in un film ove potesse esprimere la sua bravura e le sue capacità drammatiche.
Il film mi ha lasciato perplessa : inizia e finisce, non lascia strascichi.
Do un 8 per la splendida recitazione di tutti gli attori, un punto in più al figlio più piccolo.
Il film di Avati (capace ormai di giarare due film ogni anno) è pessimo. Sceneggiatura senza ritmo, fotografia mediocre, audio quasi sempre doppiato, irreale. Attori eccellenti. Perchè lui è sempre Avati. Caro Maestro, basta. Perchè lei e il suo fratellino non producete qualche giovane visto che i soldi sapete sempre dove trovarli?
Non diventate ridicoli, grazie
il cast prometteva bene...de sica, zingaretti, morante..una totale delusione. se potete evitare non vi perdete nulla..avrete sicuramente di meglio da vedere...e oltretutto è pure triste!
a volte Pupi Avati mi regala delle pellicole davvero sublimi, quindi quando ne ho l'occasione guardo volentieri i suoi film. Questa volta il miracolo non riesce il film strappa la suff a fatica. Presenti i soliti personaggi...diversi...protagonisti nella vita, ma il filom secondo me non riesce a sfondare pienamente nei punti che voleva toccare Avati. Buona l'interpretazione di De Sica secondo me, ma altre figure (troppe) non comunicano nulla, sono insipide. Un 6 striminzito.
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.