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Il mondo dei replicanti

Opinioni presenti: 34
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Molto ben fatto

(10/10) Voto 10di 10

Devo dire che mi ha stupito questo film. E' veramente ben fatto: Bruce è sempre bruce e ci da dentro alla grande con espressività, il resto del cast regge la scena; la trama è quasi magistrale, mai scontata e tiene col fiato sospeso fino alla fine con un finale per nulla scontato; belli effetti speciali e predominio della storia sull'azione il che non è per nulla un male, anzi... La metafora con la vita odierna e il significato è eccezzionale! Certo Blade runner sarà più epico ed inarrivabile anche perchè precursore, ma questo è solo un gradino sotto. Ottimo da consigliare per i bambini. P.s. è da 8 ma ci metto 10 per alzare la media



Eugenio, 22 anni, Barletta (BA).




Non Banale

(10/10) Voto 10di 10

Uno splendido Bruce WIllis (secondo me) può perfettamente perseverare nel suo lavoro). Quando il film fa riflettere (almeno a me) merita dieci. Io ho riflettuto sul fatto che avendo un replicante, un surrogato oppure essere nella campana di vetro è come essere già morti. Vivere l'unica vita che abbiamo la si deve vivere appieno pur soffrendo profondamente o godendone totalmente. 10



SIlvia, 48 anni, Brugherio (MI).




Interessante

(10/10) Voto 10di 10

Non è il mio genere, però a me è piaciuto, Bruce WIlis è sempre bravissimo e la riflessione che mi ha immediatamente sfiorato la mente appena ho visto il finale : la vita è una sola vale la pena viverla, in prima persona, anche se questo porta ad immense sofferenze e/ a profonde gioie. Essere sotto una campana di vetro, avere un surrogato o un replicante è come già essere morti. Se mi fa riflettere per me è 10.



SIlvia, 48 anni, Brugherio.




Di tutto un po'...

(9/10) Voto 9di 10

Nell’ultima fatica di Jonathan Mostow, regista del terzo capitolo della saga di Terminator, "Le macchine ribelli", confluiscono parecchi filoni fantascientifici e spunti narrativi da classici della sci-fi degli ultimi anni e più indietro, da "Io, robot" a "Minority Report", da "Matrix" a "Il sesto giorno", fino allo stesso "Terminator", compresi, se vogliamo, "Robocop" e "Blade Runner" e persino "Il tagliaerbe", e naturalmente il recente "Avatar", con un po’ di Asimov, di cultura cyborg, di transumanesimo, di realtà virtuale, e di fantascienza apocalittica e umanistica. Un film che pone molti interrogativi di natura etica e filosofica, sui quali si potrebbe discutere a lungo, riallacciandosi fra l’altro al dibattito che periodicamente riaffiora sulla clonazione umana. Per inciso, la situazione di base che presenta a me piacerebbe comunque moltissimo!:) Fra quarant’anni e passa, la più potente multinazionale del mondo produce in serie androidi dalle fattezze pressochè perfette, senza difetti fisici, malattie o invecchiamento, denominati “surrogati”, attraverso i quali vivere la vita come la si desidera restando sdraiati su una poltrona con in testa una specie di dispositivo. Grazie all’ingegnosa trovata molti gravi problemi dell’umanità sono praticamente scomparsi, ma come sempre un elemento disturbatore si introduce nel meccanismo... Molto ben realizzati e spettacolari gli inseguimenti, al pari degli effetti speciali, con qualche momento che strappa pure il sorriso, e stridente il contrasto fra il mondo anche un po’ inquietante dei surrogati, popolato di modelli e modelle giovani e bellissimi, e il ghetto, sporco e desolato, dei “dissidenti”, umani in carne e ossa ribelli al Sistema. Impagabile il clone di Bruce Willis ringiovanito e con parrucchino biondo. Tratto da una graphic novel di cui in questo momento non ricordo l’autore. Avvincente, da vedere.



Lorenzo, 40 anni, Livorno (LI).




parte lento, ma ti prende dentro...

(9/10) Voto 9di 10

Non sarà un SF che resterà nella storia come Blade Runner, ma ho trovato la prova di Willis magistrale, più efficace della misurata effettistica che lo circonda e fa il verso, in sordina, a Matrix. Scena dell'inseguimento memorabile. Bello.



Robveneticus, 48 anni, Veneizia.





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