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Cosmonauta

Opinioni presenti: 11
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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ottimo

(8/10) Voto 8di 10

E’ bastata la introduzione iniziale in stile animazione anni ’60 a farmi pensare: questo deve essere un film simpatico e intelligente. Dopo averlo visto per intero aggiungo: ironico e sincero al punto giusto. Il merito va alla regista, una donna sui 30 anni, che ricostruisce un momento particolare della nostra società, gli anni ’60. C’era ancora la guerra fredda, i comunisti italiani erano duri e puri, dediti con autentica passione civile a discutere nelle sezioni e a impegnarsi nel quotidiano, le donne madri erano rispettose e dipendenti dai mariti, avere un figlio stralunato ed epilettico era vergogna. Parliamo insomma di quando l’Italia presentava un impasto di antiche consolidate tradizioni ma anche di desideri orientati verso la modernità. E’ presente una punta di malinconia, ma nel complesso vince la leggerezza. Infatti anche nelle parti che sfiorerebbero il drammatico la grazia della regia e del cast danno vita ad un’asciutta delicatezza di linguaggio, pur non mancando momenti di rabbia e dolore che invadono la vita della protagonista. Dopo le sequenze introduttive che dettano il filo conduttore sullo sfondo, vediamo quest’ultima abbandonare chiesa e parenti nel giorno della prima comunione. Cresciuta sotto l’influenza di un padre militante morto troppo presto e di un fratello epilettico innamorato delle gesta russe nello spazio, la quasi bambina delle prime scene, diventata adolescente, frequenta come altri ragazzi del Trullo (periferia rossa di Roma) la sezione del Pci. Qui Luciana (Miriana Raschillà) impara a confrontarsi con la realtà, a scontrarsi con le contraddizioni della sua ideologia, prima fra tutte l’assoluta insignificanza delle donne per i maschietti comunisti. E poi c’è il legame particolare con quel fratello grande e grosso che lei protegge ma da cui è anche oppressa. Né mancano le solitudini familiari: la madre si è risposata con un fascista (ottimo nel ruolo Sergio Rubini) che vorrebbe domare la ragazza a modo suo. In Luciana si adombra sotto lo sguardo pensoso della madre e dell’amica adulta modello della sezione, la donna emancipata del futuro prossimo, quasi un’avvisaglia di femminismo sessantottino. In quanto al linguaggio, semplice ed essenziale, esso si impreziosisce con gli spezzoni autentici sulle imprese spaziali russe che la Nicchiarelli mescola con cura alle scene importanti della narrazione. In quanto alla colonna sonora anch’essa è particolare perché è una somma di brani strumentali con canzoni cult degli anni ’60 riproposte in arrangiamenti moderni ad opera di Max Casacci dei Subsonica. I brani, rivitalizzanti con tale iniezione di modernità e privati di qualche melensaggine, sono adattissimi a sottolineare il clima di pensosità leggera che aleggia in questo bel piccolo film. Se ce ne fosse bisogno l’opera della Nicchiarelli conferma che si può fare cinema intelligente e colto con poca spesa e buoni ingredienti, senza bisogno di vertiginose produzioni.



Olga, 64 anni, Di comite (PG).




Compagna Luciana ricordati: non sei un compagno!!!

(8/10) Voto 8di 10

Da mesi desideravo vedere “Cosmonauta” opera prima della giovane regista Susanna Nicchiarelli e devo dire che ne è valsa la pena, anche se forse mi ero caricato di troppe aspettative. Ottimo lo scavo psicologico nel difficile farsi donna della ragazzina Luciana, un po' sfocata la psicologia della madre, vedova di un comunista “tutto d'un pezzo” che sposa in seconde nozze un reazionario; felice la ricostruzione dell'ambiente giovanile (una FGCI colta realisticamente). Per i miei gusti c'è qualche errore storico di troppo(per dirne una nel '63 i figiciotti non avrebbero mai accomunato Stalin e Krusciov), anche le canzoni, peraltro rielaborate in maniera gradevolissima, mi sono parse tutte (eccezion fatta per “Cuore” nella scena del primo bacio)“fuori tempo”. Ok gli Anni Sessanta, ma per chi li ha vissuti anche una collocazione cronologica di cinque anni in più o in meno è un'enormità. Tutti esordienti gli attori, ma bravissimi al punto che non si nota minimamente la differeneza con l'unico professionista: un Sergio Rubini più misurato del solito.



Silvano, 60 anni, Cormano (MI).




Piacevole nostalgia

(9/10) Voto 9di 10

Ho visto casualmente il film ieri sera in TV. Non l'avevo mai sentito nominare ma non sono certo pentito d'averlo visto. Ho letto prima il commento dello straniero Thomas che giustamente dice che il cinema italiano può piacere o no. Quando è così a me piace parecchio. Io negli anni '60 ero un fanciullo, però vedendo il film ho respirato intensamente l'atmosfera di quegli anni, quando la vita normale e persino i contrasti erano a misura d'uomo. Dò un bel voto per alzare una media colpevolmente troppo bassa.



Walter, 50 anni, Carpi (MO).




Good Bye Italian Communist Party

(7/10) Voto 7di 10

Non si tratta sicuramente di un capolavoro,tuttavia non posso condividere le stroncature.Ho passato piacevolmente il tempo con la piccola Luciana e i piccoli "compagni" in una Italia che a noi stranieri piace da sempre così, decisamente molto meno cialtrona di quella odierna. Con qualche imprecisione storica,peraltro insignificante rispetto ad altre di produzioni più titolate,qualche piccola incertezza nella recitazione,ecco dunque un prodotto "fatto in casa" che si gusta volentieri. A volte,i grandi Chef deludono e allora in quel caso "un piatto de fettuccine come le fa la Sora Rosa" è quello che ci vuole. Il cinema italiano ad alcuni piace ad altri no( a me non molto,devo dire)ma rispetto alla televisione è molto meglio e questo simpatico lungometraggio che certo non entrerà nella storia ce lo ricorda.Grazie per l'attenzione e scusate la forma.



Thomas, 46 anni, Bath (estero).




Insulso

(2/10) Voto 2di 10

Mi sfugge che cosa di buono si possa trovare in un film del genere: recitazioni pessime (perfino Rubini e la Pandolfi sono poco convincenti) diretti da una regista a cui si può dare atto di buona volontà, ma quanto a risultati... lasciamo perdere. Forse l'unica idea un po' originale è l'avere tracciato un parallelo tra la storia della giovane comunista Luciana e le prime missioni spaziali russe. Un film mediocrissimo che finirà presto nel dimenticatoio.



Andrea, 45 anni, Torino.





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