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Il giardino di limoni - Lemon Tree

Opinioni presenti: 8
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Scontro arabo - israeliano a colpi di limoni

(7/10) Voto 7di 10

Una commedia amara che affronta il tema della difficile convivenza tra arabi ed israeliani in Medio Oriente in maniera piuttosto imparziale, senza partigianeria in favore degli uni o degli altri. Una donna palestinese decide di combattere per la sopravvivenza del suo cinquantenario limoneto, che il nuovo vicino di casa (il ministro della difesa israeliano) vorrebbe eliminare per motivi di sicurezza. Inizia, pertanto, una battaglia fatta di ricorsi e di udienze nelle aule giudiziarie israeliane, nel corso della quale la protagonista affronterà innumerevoli ostacoli (una legge che tutela oltremodo il suo avversario, i continui coprifuoco, i frequenti posti di blocco stradali che le rendono difficile pure il raggiungimento del tribunale) e scoprirà l’amore del suo giovane avvocato e la comprensione della moglie del vicino di casa. Dalla vicenda tutti usciranno sconfitti, ma i due personaggi femminili – a differenza di quelli maschili - conserveranno una forza e dignità morale che all’occhio dello spettatore le renderanno comunque vincitrici. “Il giardino dei limoni” è un film complesso e pieno di allegorie che, probabilmente, per essere compreso a pieno necessita di più visioni. Ad ogni modo, già alla prima, ci si rende conto che la pellicola è una delle più interessanti uscite al cinema negli ultimi mesi. Consigliata a chi ha apprezzato films come “Il mercante di pietre”ed a chi è fermo alla visione dello scontro arabo-israeliano offerta dalla nostra informazione: se dotati di autonomia di pensiero, capiranno che non tutti i palestinesi sono terroristi e che le ragioni per le quali alcuni lo sono derivano, sia pure in parte, dalla politica attuata delle “forze occupanti” (lungi da me, in ogni caso, la loro condivisione).



Alessandro, 31 anni, Peschiera Borromeo (MI).




"Il lieto fine c’è solo nei film americani"

(8/10) Voto 8di 10

“Il lieto fine c’è solo nei film americani”: ecco, da una battuta di uno dei protagonisti, l’amaro epilogo della vicenda umana di Salma, una vedova palestinese che lotta perché il suo guardino di limoni, confinante con la abitazione-bunker del neoeletto ministro della difesa israeliano, non venga abbattuto in nome di rigide misure di sicurezza preventive. Gli opportunistici calcoli del ministro (il cui nome di battesimo è Israel) non fermano la donna, che dichiara battaglia, decisa a non lasciar toccare quella che è ormai la sua unica fonte di sostentamento ed insieme un vivido ricordo d’infanzia. Asciutto e aspro, in una continua tensione lirica, il film non scade mai in uno scontato patetismo, mentre gli sguardi colmi di rassegnazione eppure rabbia e coraggio della bravissima Hiam Abbass trasmettono con vivida forza tutta la dignitosa disperazione di chi sa di lottare per una causa già persa, contro qualcosa di troppo potente. Eppure lei non si arrende, e il suo disprezzo è tutto negli sguardi muti di un silenzio quasi assordante. Il giardino di limoni di Salma diventa emblematicamente un altro pezzo di terra da difendere con le unghie e con i denti, centimetro per centimetro. Mentre la donna trova la forza di portare la sua causa in tribunale, la moglie del ministro, Mira, calata con insofferenza nei propri panni istituzionali, la osserva da dietro le finestre della sua abitazione con una tacita solidarietà femminile. Ma Mira nulla puo’ contro quel muro di gomma che è il sorriso fiero del marito, e non riesce ad attraversare il confine tra le due abitazioni, tra i due popoli, bloccata da chi rappresenta l’autorità, da chi ha potere decisionale. Salma si affida ad un giovane avvocato trovando in lui un conforto affettivo consapevolmente temporaneo, ma i limoni cadono e marciscono nel frutteto recintato, come le speranze che il conflitto tra israeliani e palestinesi possa un giorno risolversi. Drammaticamente attuale.



Emanuela Fiorito, 29 anni, Roma (RM).




Discreto

(6/10) Voto 6di 10

...discreto film, ma mi aspettavo di meglio! sì, ok, è solo un film simbolico, su come gli sraeliani calpestano i diritti dei palestinesi, ma mi aspettavo qualcosa di + concreto! Voto 6, non mi ha particolarmente colpito! andate in terra santa, magari capite qualcosa di +!



Claudio Bellini, 26 anni, Paratico (BS).





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