Film praticamente senza trama.
L'interprete principale anche se brava è sempre sopra le righe,e alla fine risulta irritante.
I comportamenti di tutti i personaggi sono improponibili,nella realtà non si incontrano.
Ci sono momenti in cui il montaggio lascia a desiderare.
La colonna sonora è melensa.
La regia faceva sperare di più.
A leggerele recensioni della critica mi aspettavo un film pienodi contenuti o almeno con qualche pregio particolare. Invece si tratta di un filmetto divertente e niente piu'.
Finalmente si esce dal "Prototipo" Woody Allen" dei figli usciti dall'orfanotrofio per cercare di diventare "Grandi" . . . .
Questo film non è psicologia dei massimi sistemi sentimentali/esistenzialisti, ma una storia veramente Speciale.
Lei è una ragazza semplicemente fantastica e si spera che ne esistano davvero così ed anche di ragazzi, ovviamente.
Il suo modo di affrontare la vita è talmente privo di "Ridondanza Autodistruttiva" (quella che abbiamo conosciuto tutti . . .) che ci si chiede spesso, se vorremmo essere come lei o se siamo ancora "Impallati" dalle nostre paure e dai nostri vizi "Congeniti".
La realtà è fuori, ma non sembra capace di sfiorarla e quando ci prova non può nulla contro la sua "Spontaneità" eclettica.
Strano a dirsi, ma non trovavo altre parole . . .
Sono uscito dalla sala con un senso di leggerezza.
"E questo è positivo!", direbbe Homer Simpson.
Non dico che un film per piacermi deve farmi versare lacrime o tenermi sulla sedia incollato, ma...qualcosa in più a volte sarebbe desiderabile.
Ok, lei è brava, e anche tanto. Le tinte di questa Londra sono intense, ma sono solo le tinte ad esserlo. Perchè questo film è come un pesce morto, che scivola via senza un colpo di coda. La scena madre con l'istruttore di scuola guida non è convincente, come non lo è nemmeno l'istruttore, fin troppo prevedibile, decisamente ridicolo, nel suo fanatismo.
Il messaggio che il film martella fin dalla prima inquadratura è: "sorridi alla vita, perchè sennò è peggio". Ma sarebbe ingeneroso dire che questo film si fermi a questo. Infatti la fotografia è buona, i primi piani sono però fin troppo "primi", sono ben delineati i personaggi, specie quelli femminili, laddove i maschi appaiono invece perdutamente diluiti: delle inutili presenze in un mondo di donne in affanno. In effetti, il problema di questo film è proprio questa ansia messaggera che si porta addosso come intelaiatura fondamentale.
Un "Le Rayon vert" made in England e post litteram, quindi?
In parte si, però la maestra londinese è assai più brava e vitale di quella smorta Delphine del film di Rohmer. Ciò che là era desertica assenza di fatti, qui invece è la attualità (e anche ben delineata) con tutte le sue problematiche culturali e non, ma tutto è cosi "debole" da non riuscire a prendere mai il volo.
E probabilmente proprio a causa di quell'ansia di cui accennavo prima.
Così com'è il film sembra ripetere all'infinito: "Occhei, stiamo morendo, ma facciamolo con un sorriso, almeno".
personalmente preferisco vivere.