un filmetto lento e noioso che non mi ha lasciato niente! la Bigelow l'adoro ma questo è il suo lavoro peggiore, meglio lasci fare i film di guerra a chi li sa fare. avrà vinto 6 oscar ma non ha niente a che vedere con "Il cacciatore" "Apocalipse now" "Platoon" "la sottile linea rossa" "il soldato Ryan" x citare alcuni capolavori!
"La furia della battaglia provoca una dipendenza fortissima e spesso letale. Perchè anche la guerra è una droga" (Chris Hedges). Con questa citazione si apre il film in questione che finalmente porta sugli schermi quel genere di soldati veri, pochi, che - per quanto la cosa sia aberrante - sembrano nati per fare la guerra. Totale assenza di fighetti stupratori, esaltati, falsi eroi, psicopatici. Solo uomini combattuti tra la "guerra-dipendenza", la paura di morire, la voglia di vivere e il desiderio semplice di essere uomini normali, ben consci tuttavia di non essere fatti per la normalità. Sono d'accordo con l'opinione precedente che cita la scena della scelta dei cereali. Indimenticabile.
In iraq secondo il wall street journal cin sono stati un milione di morti.
per non parlare del fosoforo bianco usato sui civili (servizio della bbc).
il film celebra un presunto eroismo (d'accatto).
ma sono solo dei poveri ragazzi, provenienti dalle classi più disagiate, che vengono mandati a fare il lavoro sporco.
Negli ultimi tempi, il tema scottante dell'Iraq, colpisce anche il cinema, sensibile per carenza di fantasia ad ogni momento politico, economico e sociale. La Bigelow ne approfitta, con poco si può ottenere molto, probabilmente è il suo motto, purtroppo la strategia non si rivela vincente col botteghino, ma sicuramente in quanto a critica fa segno, il film gli procura un bell'Oscar al miglior regista. La ex moglie di James Cameron cerca quindi di risultare originale, adottanto dei trucchetti di sicura efficacia, infatti nel film si assiste a un continuo fuoco-fuori fuoco delle immagini, zoommate a rotta di collo, montaggio anfetaminico, fotografia sgranata in 16mm e iperluminosa, sequenze al rallentatore girate in HDCAM SR e roboanti effetti sonori. Il tutto contornato da una recitazione da film televisivo, che è un eufemismo per non dire da cani. Che senso ha esaltare i militari? Qual'è il vero scopo del film? Qual'è il messaggio? Che la guerra è una droga? L'adrenalina che abbiamo in corpo è come una droga, non la guerra, allora qualunque cosa che faccia aumentare l'adrenalina in circolo è da considerare come un droga? Il pugilato, le corse automobilistiche, la corsa di resistenza, tutte droghe? Ma smettiamola per piacere. "The Hurt Locker" è un film falsamente sperimentale, fastidiosamente americano nel suo eccesso di nazionalismo e boria, con poca tensione se vogliamo proprio, e cosa ben più importante è appena decente. Decisamente migliore senza ombra di dubbio il nostro "Nassiryia: Per non dimenticare" di Michele Soavi.
Trailer italiano (it) per Diabolik - Chi sei? (2023), un film di Antonio Manetti, Marco Manetti con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea.