... dopo aver letto i commenti di questo forum ed ho potuto apprezzare certi aspetti che non avevo colto pienamente (qualcuno per niente). Particolarmente suggestiva l'idea del tempo circolare che in qualche modo fa da sfondo a tutto il film. Soprattutto però sono rimasto colpita dal tema del passato ancestrale che rimane operante nel presente come imperativo morale. Peccato che i commenti che sviluppano questo argomento siano tra i primi e quindi risultano ormai scarsamente visibili. Mi piacerebbe che questo tema fosse ulteriormente approfondito. Mi pare comunque che il film lo rappresenti più che bene.
Condivido in parte le considerazioni di Sergio sul livello recitativo, certo non eccelso, dei protagonisti. A maggior ragione il film mi pare apprezzabile e, da certi punti di vista, persino miracoloso. Nonostante l’interpretazione affatto “sublime” degli attori, l’autore riesce a costruire un film dai contenuti profondi e difficili da trattare. Come peraltro già evidenziato da altri in questo forum il tema del rapporto tra bene e male viene presentato da diverse angolazioni, tutte assolutamente interessanti: dal paradigma ancestrale al rapporto razionalità-sentimento, dalla natura perversa del male alla sua definizione secondo un codice morale alto medievale. Pure intrigante mi sembra il concetto del tempo, illustrato a mezzo delle sdoppiamento temporale della storia, tema che francamente non avevo colto in tutte le sue implicazioni e per il quale rimando ai primi commenti di questi forum. Il tutto narrato con gli strumenti suggestivi della migliore tradizione del racconto orale. Ne esce un grandissimo film che proprio per le difficoltà incontrate, e tra queste c’è senz’altro l’immaturità degli attori, merita il massimo dei voti.
Tra i vari commenti mi ha colpito in particolare quello sulla gratuità (o banalità o perversione) del male così ben rappresentato dalla figura del medico che vende droga e così ben interpretato dal grande Oppini. In effetti nel male non necessariamente si nascondono motivazione umane riconoscibili (bramosia di soldi, sete di potere, ecc.). Anzi la gratuità attribuisce al male la massima intensità. E' un tema non frequente nel cinema e bene ha fatto febbraro a proporlo perchè costituisce motivo di riflessione.
Già, peccato, questi attorucci italiani sui 30-35 anni sembrano spesso uscire da una lunga esperienza sui fotoromanzi, per ritrovarsi sbattuti, senza neanche loro sapere perché, sul set di un film. E così assistiamo a sciatte interpretazioni di bei ragazzi con facce da ebete, espressività quasi inesistente, voci mono-tone e mal impostate, che reagiscono in modo pressoché analogo alle belle vicende quanto all'annuncio di una tragedia. Questo è davvero un peccato imperdonabile, in un film altrimenti curato e di spessore, perché finisce inevitabilmente per distogliere l'attenzione dello spettatore dalla narrazione, disgustandolo quasi continuamente.
L'altra critica va in certi momenti alla regia, quando la mano che regge la telecamera cerca di farla vibrare e ballonzolare per imitare quell'effetto di concitazione tipico di certi capolavori americani, tipo il telefilm "The Shield". Anche in questo caso il tentativo è goffo, maldestro e viene quasi sempre proposto in momenti inopportuni, e fa quasi compassione l'innaturale scattosità delle inquadrature prodotte da manovre quasi amatoriali: mi chiedo perché si vogliono fare le cose a tutti i costi, quando non si è capaci di farle per bene...
Se si riesce a passare sopra a queste magagne, facendo finta di niente, restano diverse buone notizie, come già altri hanno avuto modo di scrivere nei propri commenti: bella soprattutto la sceneggiatura storica e le ambientazioni, interessante e curata la storia, un po' poco credibili le scene dei combattimenti ma tutto sommato passabili, molto belle e sempre appropriate le musiche, nonché l'interpretazione degli attori con qualche anno in più di vita e di esperienza sulle spalle.
Insomma, una buona idea riuscita solo a metà, con varie note stonate dovute alla superficialità nella cura di certi particolari e dall'impiego di attori mediocri e poco capaci. Non riesco nel complesso neppure ad avvicinarmi alla sufficienza, perché davvero mi sono trovato ogni cinque minuti ad inorridire per l'interpretazione di questo o di quell'altro, e da ciò l'intera visione ne è uscita completamente compromessa.