Condivido in parte le considerazioni di Sergio sul livello recitativo, certo non eccelso, dei protagonisti. A maggior ragione il film mi pare apprezzabile e, da certi punti di vista, persino miracoloso. Nonostante l’interpretazione affatto “sublime” degli attori, l’autore riesce a costruire un film dai contenuti profondi e difficili da trattare. Come peraltro già evidenziato da altri in questo forum il tema del rapporto tra bene e male viene presentato da diverse angolazioni, tutte assolutamente interessanti: dal paradigma ancestrale al rapporto razionalità-sentimento, dalla natura perversa del male alla sua definizione secondo un codice morale alto medievale. Pure intrigante mi sembra il concetto del tempo, illustrato a mezzo delle sdoppiamento temporale della storia, tema che francamente non avevo colto in tutte le sue implicazioni e per il quale rimando ai primi commenti di questi forum. Il tutto narrato con gli strumenti suggestivi della migliore tradizione del racconto orale. Ne esce un grandissimo film che proprio per le difficoltà incontrate, e tra queste c’è senz’altro l’immaturità degli attori, merita il massimo dei voti.
Tra i vari commenti mi ha colpito in particolare quello sulla gratuità (o banalità o perversione) del male così ben rappresentato dalla figura del medico che vende droga e così ben interpretato dal grande Oppini. In effetti nel male non necessariamente si nascondono motivazione umane riconoscibili (bramosia di soldi, sete di potere, ecc.). Anzi la gratuità attribuisce al male la massima intensità. E' un tema non frequente nel cinema e bene ha fatto febbraro a proporlo perchè costituisce motivo di riflessione.
... quando il cinema era fatto di idee, passione e capacità artistiche e l'invasione del digitale era di la da venire. Fa piacere che ci sia ancora qualcuno capace di fare cinema vero. Febbraro riesce a coniugare la tecnica classica con una sensibilità moderna costruendo una storia affascinante ed una rappresentazione veramente intrigante. Un film assolutamente consigliabile.
finalmente un film che tratta argomenti importanti ed attuali senza trascendere nel solito trash tecnologico. Nulla che vedere con i polpettoni-documentario di certi autori impegnati.
La perversione consiste nell’inversione di un’idea e si identifica con il rovesciamento dei valori. E’ per questo che il primario spacciatore colpisce più del castellano perfido. Proprio perché alla concezione di una medicina salvifica viene associata, in contrappasso, un’idea di morte e distruzione. E’ questo che costituisce il nucleo essenziale del male gratuito. All'autore si deve riconoscere il merito di aver rappresentato tutto questo con modalità originali ed uno stile elegante.