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L'anno mille

Opinioni presenti: 60
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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demenziale/ inguardabile

(1/10) Voto 1di 10

A me è sembrato così brutto che mi ha fatto ridere. Un B movie all'italiana. Si avverte dietro le quinte la presenza del lavoro qualificato e qualitativamente alto di alcuni (scenografia, costumi, tecnici luci) ma la sceneggiatura fiacca, le musiche scontate e pompose, la recitazione di alcuni(ma peggio ancora i dialoghi!!!), il pessimo casting, i denti bianchissimi nell'anno mille...ma per favore! Forse nel tentativo di replicare film di genere americani, è consigliabile uno stage negli studios d'oltremare che per quanto producano film dalle trame scontate, hanno almeno il merito di saperci tenere incollati davanti allo schermo per tutta la durata del film facendoci volare con la fantasia. L'esperimento, se così lo si vuol definire, è indubbiamente coraggioso...ma tolta l'ambientazione, è e rimane una soap all'italiana formato lungometraggio. Divertitevi!



Vv, 34 anni, Bbb (CL).




ancora sulla perversione del male

(10/10) Voto 10di 10

La perversione consiste nell’inversione di un’idea e si identifica con il rovesciamento dei valori. E’ per questo che il primario spacciatore colpisce più del castellano perfido. Proprio perché alla concezione di una medicina salvifica viene associata, in contrappasso, un’idea di morte e distruzione. E’ questo che costituisce il nucleo essenziale del male gratuito. All'autore si deve riconoscere il merito di aver rappresentato tutto questo con modalità originali ed uno stile elegante.



Stefania, 28 anni, Bergamo (BG).




La suggestione del racconto

(9/10) Voto 9di 10

Il film di Febbraro può a buon diritto essere inserito nella tradizione del racconto antico, tradizione che purtroppo si va estinguendo perché sono venute meno le condizioni di tempo e di spazio che lo avevano generato. In particolare si è radicalmente modificato il rapporto tra adulti (le fonti del racconto) e bambini (i fruitori per eccellenza del racconto): oggi i genitori trascorrono poco tempo con i figli, i nonni vivono in luoghi diversi di quelli dei nipoti, i ritmi di vita permettono rare pause, è scomparso il focolare che era il luogo dove per magia nasceva il racconto. Per queste ragioni ormai la tradizione del racconto orale può trovare nuovi stimoli solo grazie a film come questo. E grazie ad autori come Febbraro che rifuggono dai trucchi multicolor per assecondare invece una capacità di suggestione fatta di gesti, pause, espressioni oltreché di parole.



Lorenzo, 43 anni, Biella (BI).




Febbraro il cantastorie

(10/10) Voto 10di 10

Mi ha colpito il commento di Geolo. Concordo sul fatto l’autore abbia scelto di fare cinema conservando però la struttura fondamentale del racconto orale, la cui forza narrativa consisteva nei gesti, nelle espressioni del volto e, soprattutto, nelle pause che servivano a drammatizzare i passaggi più importanti della storia. La tecnica cinematografica della pausa d’altronde ha precedenti illustri. Basti ricordare quella scena di “C’era una volta in America” nella quale De Niro gira il cucchiaino nella tazza del caffè con lentezza esasperante e per un tempo che pare infinito. Il tintinnio prodotto da quel movimento fa colonna sonora di uno dei momenti decisivi del film di Leone. Ciascuno di noi poi ricorderà che quando da bambino ascoltava una favola gli episodi più emozionanti erano sempre introdotti da un silenzio grave che pareva interminabile. Febbraro mostra si saper rallentare o accelerare il ritmo della narrazione in modo coerente al contenuto dei vari episodi. Anche altri aspetti del film fanno chiaramente riferimento alla struttura del racconto orale ed in particolare la caratterizzazione psicologica mai ambigua dei personaggi che possono essere chiaramente e da subito identificati con il bene ed il male. Proprio la elementarità della struttura del racconto rende particolarmente difficile la costruzione di un’opera letteraria, operazione infatti riuscita solo a grandi autori a partire da Gianbattista Basile e dal suo “lu cunto de li cunti”. Ritengo che anche il film di Febbraro possa collocarsi a pieno titolo nella migliore tradizione della fiaba letteraria.



Raffaele, 34 anni, Brescia (BS).




fikissimo

(10/10) Voto 10di 10

la storia è bellissima!!!!:)e gli attori bravissimi!!!!:)bonini stupendo!!!



Lada, 15 anni, Cassino (FR).





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