Concordo pienamente con Lorenzo, un film che fa riflettere e ha il coraggio di denunciare situazioni scomode per la nostra coscienza: fino a dove è giusto spingersi pur di proteggere le persone? attori bravi e convincenti.
Obiettivo centrato: un film ben ideato e ben interpretato tanto da stimolare riflessioni su circostanze e pratiche estremamente spinose e ovviamente poco "pubblicizzate". Ottimo lavoro.
Il tema portante del film è già citato nel titolo. Rendition, o extraordinary rendition infatti, è quel programma speciale (statunitense) istituito dai servizi segreti sotto la presidenza di Bill Clinton, che permette il rapimento di cittadini di origine straniera residenti negli Stati Uniti sospettati di essere potenziali terroristi, il loro trasferimento in carceri d'Oltreoceano e la possibilità di utilizzare la tortura per ottenere informazioni considerate importanti per la sicurezza nazionale. Un trattamento fino a poco tempo fa sconosciuto e nascosto, e che Gavin Hood contribuisce a rendere noto tramite la sua opera. Il suo è quindi un film di denuncia vestito come un thriller, anche spionistico, classico, così come un melodramma in cui scorrono parallele diverse storie legate tra loro. E l'essere però un pò troppo romanzato è il difetto più evidente di questo film che di certo è dignitoso ed apprezzabile, ma non esaltante e veamente convincente. Purtroppo a volte ci troviamo di fronte a luoghi comuni e a debolezze di sceneggiatura che lo rendono un pò fiacco e spento. Fiacchezza che si nota anche in alcune interpretazioni, vedi quella di Jake Gyllenhaal, abbastanza sottotono, e quella di Omar Metwally. Sicuramente in formissa però l'inarrivabile Meryl Streep e la giovane Reese Witherspoon (che non nascondo che mi piace molto).
Secondo me, comunque, la regia è abbastanza anonima: non è evidente un certo stile o una certa poetica se così la vogliamo chiamare. Sicuramente risalta di più il montaggio ad incastro anche se alcuni passaggi non sono chiarissimi.
Film efficace e quasi discreto che comunque affronta con dignità e sincerità, senza però schierarsi troppo, un tema scottante ed ormai sempre molto attuale della extraordinary rendition. Da vedere solo per questo.
Ma ho trovato un questo film davvero significativo dal punto di vista familiare e di rispetto della nazione. Dal punto di vista della trama non mi ha molto entusiasmato, xkè dopo 11 settembre quasi tutti i film di azione, triller, drammatico, stanno ripetutamente raccondando come i kamikaze si ammaziono e si distruggono in mezzo alla folla e questo fa si ke tutti i film iniziano ad essere ripetitivi monotoni e noiosi. L'ho trovano in alcune scene troppo simile ad altri film e recitati male dagli attori iracheni del resto tutto è fatto molto bene. Peccato per questa pecca che considero molto importatne da sottoliniare c'è poco cinema sempre monotonia.
Un film di denuncia che tenta di far luce su una pratica (la rendition del titolo) che negli ultimi anni ha preso sempre più piede negli Stati Uniti. Lo scopo primario del regista è far riflettere lo spettatore su quanto gli viene mostrato e, solo in seguito, appassionarlo alle vicende narrate. Sì, perché in fin dei conti questo è un thriller; e di quelli ben orchestrati. L'unica pecca evidente è il voler mostrarci solo una faccia della medaglia: il modo di agire del governo è senza dubbio da condannare ma avrei gradito almeno una considerazione obbiettiva sui problemi che deve affrontare la persona garante della sicurezza di un paese come l'America (invece ridicolizzata dalla convincente prova di M. Streep). A parte questo aspetto comunque, il film merita la visione.