Meno male che ogni tanto si riesce a vedere un film che significa qualcosa.
Non è facile toccare temi come la malattia mentale senza farsi ingabbiare dai soliti stereotipi e dai soliti clichè. Questo film ci riesce egregiamente e con intelligenza e poesia.
a parte l'interpretazione al solito magnifica di Ryan Gosling, quello che mi è piaciuto del film è proprio come tutte le persone che fanno parte della vita di Lars stiano al gioco, trattando Bianca come una persona vera e Lars come una persona normale. il film da un esempio toccante di quella che dovrebbe essere una comunità, seppure assolutamente irreale... specie per i bigottissimi americani. diciamo che l'immaginare che questa vicenda sia vera in un contesto americano è sicuramente la cosa del film che ho trovato più comica. per questo sono indecisa tra il 7 e l'8. regista patriota o più semplicemente molto ottimista?
Un film inconsueto senza particolari effetti speciali e sceneggaitrure da oscar, una semplice storiella in una cittadina Americana, che narra la malattia di un uomo.
L'interpretazione di Lars non è malvaggia, in ogni caso non è di quei film che ti rinangono scolpiti nella mente.
Ciao
I rischi di un soggetto del genere erano tanti, dalla caricatura alla sagra degli equivoci e dei doppi sensi. Invece il film è stupefacente perchè guida lo spettatore in un percorso di naturale accoglimento del paradosso e delle diversità, tanto più che già a metà film la bambola è, agli occhi dello spettatore, un essere umano, e l'attenzione gravita non tanto sul comportamento di Lars quanto su quello della comunità, ribaltando a sorpresa il punto di osservazione. In questa naturalezza sta la grandezza del film, nel fatto di avere magicamente portato lo spettatore a riflettere su dove sia il paradosso e il grottesco e, diciamolo, il merito è sopratutto del protagonista. Un film originalissimo e di cui si sentiva il bisogno
Leggo con sorpresa molte opinioni positive per un film che a me è parso semplicemente imbarazzante. Lars è uno spostato, un tranquillo malato mentale assai ben interpretato la cui solitudine trova sfogo nella compagnia di una bambola gonfiabile. Il film non ha trama, è incentrato sul rapporto tra Lars, la sua "fidanzata" e l'intera comunità che, invece che aiutare realmente il giovane ad uscire fuori dalla sua deprimente solitudine, lo asseconda nel rapporto con la bambola. Come se assecondare fosse meglio che curare. La polvere sotto il tappeto, evidentemente, è meglio di una salutare pulita, per cui far credere a Lars di essere normale è più dignitoso che cercare, in ogni modo, di tirarlo fuori da una vita infima e senza senso. Se il film fosse stato una commedia, con qualche momento esilarante e divertente, avrebbe anche potuto essere accettabile, ma la piena drammaticità della vicenda raccontata ha il sapore di un grottesco di bassa lega, che raggiunge il suo apice nel funerale della "ragazza" o, prima ancora, nell'arrivo a sirene spiegate dell'ambulanza che la viene a prendere per il malore presunto. Davvero uno dei film peggiori che abbia mai visto, senza reale spessore e dal ritmo poco convincente.