Non mi è dispiaciuto questo film, che presenta sicuramente delle criticità ma che, in fondo, non è poi così da buttare. Calvagna è un abile regista e si vede, la fotografia è molto buona, la prova interpretativa di Bonetti decisamente ottima ed alcuni spunti forti suscitano emozioni inaspettate. Certo, il punto dolente è la sceneggiatura, a tratti piuttosto debole con dialoghi poco credibili e, in effetti, l'esaltazione della figura di Liboni mi sembra censurabile e imbarazzante. Insomma, la pellicola sembra scimmiottare 'Il fuggitivo' ma Harrison Ford è un'altra cosa, e si vede.... nel complesso, un film che merita la sufficienza per l'agilità della regia e la prova di Bonetti, ma per il resto è poca cosa....
L'agghiacciante poesia celebrativa finale restituisce pienamente l'intento apologetico di una pellicola scadente e malcalibrata, che nell'esaltazione della figura dello spietato killer scivola nella pornografia gratuita, con l'aggravante di una semplicistica analisi delle cause che avrebbero dovuto condurre il lupo a commettere i suoi efferati crimini. Approssimativa la prova di un Montesano che sembrava scimmiottare gli sceriffi dei western di terza categoria, mentre l'unico spunto qualitativo lo offre un credibile Massimo Bonetti, calatosi professionalmente nel ruolo maldestramente tagliatogli dal regista. I ripetuti strali lanciati contro le forze dell'ordine ripropongono dolorosamente la delicata questione della legittimità della censura per prodotti devianti come questo.