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Lettere da Iwo Jima

Opinioni presenti: 24
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Discreto

(4/10) Voto 4di 10

L'idea è buona, ma la pellicola non mi ha entusiasmata. Mi chiedo se la visione da parte giapponese di questa battaglia, disperata, coraggiosamente combattuta dalle truppe dell'imepero, sia davvero quella propostaci. Quello che ho percepito è soprattutto la nostalgica visione dell'America che caratterizza ogni comportamento e ogni sentimento del generale Kuribayashi, con il risultato di mettere alla berlina il comportamento ottuso, stupido e militarmente incompetente dei comandanti giapponesi.... Vero che il generale aveva effettivamente vissuto lungo tempo in Canada, ma era anche un discendente dei samurai e uno dei favoriti dell'imperatore. Possibile che potesse provare tanto distacco per la propria cultura d'origine ?



Barbara, 37 anni, Milano (MI).




Monumentale Clint

(10/10) Voto 10di 10

Ben pochi film si guadagnano un 10 perchè, a mio parere, devono essere perfetti.Ecco, questo è uno di quelli.A parte il collegamento con il precedente capitolo di Flags our Fathers (ad esempio nel primo si vede l'americano che usa il lanciafiamme e in questo il giapponese che riceve la fiammata!), ma questo film ripercorre la strategia, il sentimento e la vita di quegli uomini sull'isola in attesa dell'arrivo degli americani con una perfezione quasi angosciante.Incredibile sotto ogni punto di vista.Anche qui, Clint evidenzia come sia feroce la guerra, spietata e che non fa sconti a nessuno.Ma anche lo spirito di un popolo che seppur abbandonato, è visceralmente attaccato alla causa e all'onore di fedeltà per la patria a costo della stessa vita.Grande, Grande, Grande.



Massimo, 34 anni, Milano (MI).




Lettere da Iwo Jima

(7/10) Voto 7di 10

Buon film del maestro Eastwood, a tratti piuttosto lento (d'altronde le due ore e passa della pellicola non sono contraddistinte da una trama folgorante nè da colpi di scena). Una lunga, lenta attesa delle truppe giapponesi dell'arrivo dei nemici, una preparazione metodica alla battaglia, una consapevolezza, sempre più viva man mano che trascorrono le ore, dell'avvicinarsi della morte. E' un film toccante, profondo, con alcuni momenti emotivamente assai drammatici; ben recitato, con un'ottima fotografia. Tuttavia, non mi è parso un capolavoro. Credo che il mago Clint abbia saputo emozionare lo spettatore molto di più con altre grandi opere, mentre, a mio modesto parere, con 'Lettere da Iwo Jima' intende, quasi volutamente, fermarsi ai tipici canoni del film di guerra. Il film, dunque, rischia di restare indigesto a chi non sia amante di tale genere cinematografico.



Trixter, 34 anni, Roma.




un film di basso profilo

(4/10) Voto 4di 10

pensiamo per un attimo all'inizio del film, la prima scena: dopo lapidi e vari esterni, improbabili "ricercatori" vestiti di bianco si muovono dentro dei cunicoli, e improvvisamente...un flashback ci riporta indietro nel tempo, nell'isola di Iwo Jima appunto. Quanto visto lo trovo già scolastico, banale. Cominciamo a scoprire tutta una serie di personaggi facilmente distinguibili: i militari, e quelli che invece lì ci sono capitati casualmente, e che guarda caso stanno al comando del classico idiota. In questo caso il capitano che ordina lo scavo della trincea sulla spiaggia. Ma chi arriva ad illuminare le forze giapponesi? Il comandante "Kakà", che guarda caso è stato negli States, si è relazionato con l'alta classe militare americana, dalla quale ha pure ricevuto in dono una splendida colt. Ecco, lui si che è illuminato. Lui ha un volto umano. "capitano! non vede che i suoi uomini sono malnutriti e sono stanchi....", insomma, il generale contaminato dalla cultura americana è uomo di mondo, e intanto strisciante comincia a passare il messaggio culturale che solo il cinema americano meglio di ogni altro sa esportare. Chiaramente non finisce qui. Perchè tutti gli altri ufficiali giapponesi che si susseguono nella narrazione, verranno connotati come perfetti idioti e per fortuna il generale non resterà da solo. Infatti gli si affiancherà il tenente colonnello vincitore delle olimpiadi, anch'egli venuto a contatto con il nuovo mondo americano. Si viene a creare dunque nella percezione dello spettatore il parteggiare per il ruffiano generale e tenente colonnello, e tentare di fare fronte ad un innalzamento di stupidità medievale senza confine del resto degli ufficiali giapponesi. Ma chiaramente il "popolo militare" nipponico, fatto di panettieri, operai di vario genere e accademici espulsi per non avere saputo sparare ad un cane, si rivela sorprendente e umano come nei più beceri film di cassetta americani. Per la democrazia visiva, gli americani non potevano comunque farla franca, vengono perciò condannati dal pubblico, ma solo come caso isolato, i due soldati americani che restano di guardia ai due giapponesi che arrendendosi hanno sognato la "libertà" ed invece hanno trovato i proiettili dei due stolti marines. I luoghi comuni e la ruffianeria in questo film hanno dei picchi eccezionali, e per brevità di caratteri ve li risparmio. La scena migliore resta il finale! "kakà" con la spada in mano, sferra l'ultimo attacco all'accampamento "sioux", facilmente raggiungibile stavolta. I momenti in cui si è toccato il patetico ed il tentato suggerimento per farci assistere alla proiezione di un film d'autore è stato costante. Ma l'inserimento all'interno della narrazione di personaggi deboli come Kemptei, e le loro caratterizzazioni per restituirci il senso della beltà democratica americana, è stato tremendamente Kitch. Tutto veramente disgustoso.



Antonello, 34 anni, Carboni (OR).




bello ma...

(7/10) Voto 7di 10

non ho ancora visto flags of our father ma questo film è ben fatto ma non mi ha preso emozionalmente parlando, al contrario di altri film precedenti del vecchio Clint come Million dollar baby e Mystic river.Comunque sempre valido e di sicuro doveroso vedere visto che è un film impegnato e non una commediola stupida(che senza dubbio preferirà la maggior parte della massa ignorante)



Luce, 31 anni, Abano terme(PD).





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