Il grande regista italiano delude i suoi ammiratori con un'opera che presta il fianco a più di una critica. Dal punto di vista della realizzazione tecnica e della scrittura della sceneggiatura "Le rose del deserto" spengono ogni entusiasmo. Velleitario nella scelta di rappresentare per l'ennesima volta sul grande schermo la caricatura del "buon soldato italiano" al fronte, il regista non racconta abbastanza dell'occupazione militare italiana in Africa. L'eco della Storia non soffia su questa sua opera ma ne rimane soffocata dalla scelta stilistica di rappresentare quegli eventi come una pochade all'italiana.
Stancano gli "Italiani brava gente" nella pagina di storia tra le più vergognose di questo nostro paese.
Il voto giusto credo sia il 5, ma almeno qualcosa di buono ci stava e mi sento di voler dare qualcosa in più alla buona volontà con cui è stato fatto questo film. Finanziassero film come questi e non "Ho voglia di te" e "Natale a New York", se si promuovesse un cinema di un certo tipo ed una certa qualità sarebbe decisamente meglio.
Per il resto mi sento dire che molte canzoni della colonna sonora sono decisamente inadatte e fuori luogo.
Dalle opinioni espresse sul film, specialmente dai non più giovani, mi pare di leggere una certa ritrosia in particolare dovuta al modo in cui vengono descritti gli italiani. Un sentimento di nazionalismo strisciante che francamente sa soltanto di maschera per la verità. Ciò che viene rappresentato nel film è il lato buono e il lato brutto di noi italiani: la cultura e la raffinatezza del maggiore e del tenente oltre all'attenzione verso temi delicati in un periodo nero come quello del nazismo ed il giudizio negativo che di esso danno gli stessi militari italiani; lo spirito missionario di un prete all'italiana; la guasconeria generale; i toni da documentario dell'Istituto Luce del Generale Pedersoli. E poi il pressapochismo insito non solo nei personaggi del film ma carattere fondante di tutti noi. Cosa vi aspettavate ? Un film sulla guerra raccontato alla maniera americana. Ma avete visto La Grande Guerra ? Le Rose del Daserto è secondo me un grande film se viene visto con spirito libero dall'Italianità più becera e soprattutto conoscendo la storia di un grandissimo cineasta come Mario Monicelli che alla veneranda età di 94 anni riesce ancora a stupire, seppellendo con un "fonogramma di sfottò" tanti miserabili registi che, pur tuttavià, sbancano i botteghini e su queste pagine si prendono valanghe di stelle.
Il film “Le rose del deserto” mi è piaciuto al 50%. Mi hanno infastidito il tono surreale e grottesco (ma a volte sembrava avanspettacolo, o una scenetta di un varietà televisivo), mentre mi aspettavo un film storico; i luoghi comuni sugli italiani, sui tedeschi, sugli arabi... ma mi hanno entusiasmato alcune scene (in quella del matrimonio per procura ho pianto...), le interpretazioni davvero mitiche di Michele Placido e Alessandro Haber, la fotografia, il finale secco, asciutto, non retorico. Mi ha ricordato un film di epoca fascista, ma che per me, come scrissi anni fa, non ha niente di fascista: Giarabub.