Mi spiace davvero tanto dirlo, ma questa volta non ci siamo. Buco nell'acqua per questo straordinario regista che ci aveva abituati troppo bene e che, nel cercare un nuovo percorso nelle sue opere, inciampa in qualcosa di estremizzante, assurdo e a tratti ridicolo.
Gli spunti pregievoli comunque non mancano, il suo sapiente tocco riaffiora di tanto in tanto, ma la tematica trattata non è certo nuova e il modo in cui lo fa è assai meno poetico del solito.
Adoratori di 'Ferro 3' e 'Pimavera, estate...' attenti a ciò che vedrete.
Peccato, peccato davvero.
anche se è un kim-ki duk diverso rispetto alla regia di ferro 3-la casa vuota, in cui la quasi totale assenza di dialoghi lasciava spazio a continue metafore, reputo questo film uno dei più suggestivi che abbia visto, unica l'ambientazione e i parallelismi con le sculture nell'isola in cui i personaggi si ritrovano, specie quella della mano..(chi l'ha visto sa di cosa parlo, chi non l'hai visto corra subito al cinema a scoprirlo). Film ricco di dialoghi e interpreti molto bravi, trama particolare, se posso permettermi darei un piccolo consiglio a chi non l'ha ancora visto: concentratevi bene sui volti di tutti i personaggi, fin dalle prime scene, perchè a noi occidentali sembrano spesso molto simili..
Assolutamente da non perdere, grande come sempre kim ki duk.
Kim ki duk è uno dei pochi registi di cui vedi film che ti rimangono impressi nella mente,che ti fanno riflettere,che devi riguardare per carpirne le molteplici metafore di cui sono intrise,è un regista artistico,appassionato d'arte e immette spesso diverse forme d'arte nei suoi film,è anche questo che lo rende unico,time è un' opera che parla di amore,che porta squilibrio,di follia,di estetica,di dove ci può far arrivare l'amore quando diventa un qualcosa che ci priva di noi stessi,della nostra identità pur di inseguirlo,di perseverarlo,di rinnovarlo nel tempo.da rivedere più volte.
peccato che non ci sia un voto più alto del 10!
sara' che dalla serata mi aspettavo il solito film coreano/cinese /giapponese con lunghi silenzi,fotografia d'interni minimalisti e meravigliosi l'effetto sorpresa di beccarmi un film piu' che mai sguaiato su 2 fidanzatini innamorati e quindi annoiati dal tempo che passa e' stato un piacevole imprevisto.
Si potra' parlare di Magritte,e cinema francese da bar-( vedi "una relazione privata" scandita tra lo stesso caffe' e camere d'albergo) trattate con il dovuto umorismo dove i fidanzati senza pudori arrivano a svelarsi nelle loro reali paure;paura dell'abbandono.possessivita' morbosa,noia che sfocia nella piu' assurda tragedia.
Lavera pecca del film e' che per chi decide di uscire una sera con fidanzata ed amici in una noiosa serata di fine agosto tutto si aspetta tranne che di doversi beccare un stravagante trattato in immagini sul decorso di qualsiasi amore che dalla passione finisce nella morte passando per l'amore e soprattutto la noia.
Tutti cred vogliono continuare a farsi i loro bei film per camuffare una' realta' oggettivamente sempre uguale,nonostante cambino i luoghi,i giorni e le facce.
La prossima volta andro' dritto a vedermi un bel film d'orrore.
buona visione
Il rapporto tra amanti, che parte come pura evocazione romantica, soffre la tara di lampanti ossessioni (routine, gelosia) e si propone come il fosco viaggio di due innamorati psicotici verso l’aperto impazzimento. Si racconta di gelosia, di sottomissione, di schiavitù, di sofferenza, insomma di tutte quelle belle cosine che hanno a che fare con il più grande dei misteri: l’amore. Credo che Time è anche un attacco non troppo velato nei confronti della chirurgia estetica,ill regista, a suo modo, ci fa comprendere come l'ormai abusato ricorso al bisturi abbia inevitabilmente modificato i rapporti interpersonali. Kim Ki-duk tiene alto il livello della tensione con occhio sempre sensibile, in bilico tra l’amore (reso eterno dal bisturi) e la follia, il cui labile confine si percepisce a stento, spesso nascosto dietro improbabili promesse e la consapevolezza che nulla è per sempre.
Trailer italiano (it) per My sweet monster (2021), un film di Viktor Glukhushin, Maxim Volkov con Lyubov Aksyonova, Aleksey Chumakov, Alena Doletskaya.