Sedici anni fa un delizioso filmetto come “Pretty Woman” fece sognare milioni di giovani professionisti urbani e altrettante impiegate e parrucchiere. Trasportata, con gli adattamenti del caso, dal regista Francis Veber in terra di Francia, la storia ha preso il titolo de “La doublure”, malamente convertito dagli importatori nostrani in “Una top model nel mio letto”, un autentico deterrente per i maschi al botteghino. Immaginate l’imbarazzo nel pronunciare il titolo e sentirsi rispondere: “Ti piacerebbe, eh!”. Molto meglio la traduzione letterale, “La controfigura”, che richiama la doppiezza e il pietoso dibattersi fra moglie ricca e amante giovane del maturo protagonista, un industriale avido cui dà il volto quel Daniel Auteuil che in Francia è ormai un monumento del cinema, una sorta di Jean Gabin degli anni Duemila.
La situazione rappresentata è di certo non originale ma dagli indubbi risvolti comici. Una comicità giocata su alcuni ingredienti tipici della commedia (e anche della tragedia): l’equivoco, lo scambio di persona, l’accostamento di mondi opposti. Ingredienti che l’autore de “La cena dei cretini” e “L’apparenza inganna” maneggia benissimo. Ne vengono fuori un’ora e 25 minuti di spettacolo gradevole. Un prodotto da rispettare. Così come sono da rispettare quelle canzoncine che chiedono poco a chi le ascolta, quasi dicessero “fammi stare con te per qualche minuto”, senza la pretesa di voler trovare “un senso a questa vita”.
Di “Pretty Woman” resta la camminata di Julia Roberts in microgonna e stivali, affidata alle chilometriche gambe di Alice Taglioni, ex Miss Corsica e stellina rilucente nel firmamento della moda, che in pratica interpreta se stessa. La faccia da buono alla Fausto Coppi, che sembrava chiedere scusa agli avversari per averli sconfitti, è invece una peculiarità del bravo e sconosciuto Gad Elmaleh. È lui il fortunato, “la controfigura”, che si trova a passare nel posto sbagliato al momento giusto. Un lavoratore precario come tanti ma educato come pochi, che parcheggia le auto dei ricchi o presunti tali. A lui l’onore di consegnare alla storia del cinema la domanda che ogni persona di buon senso vorrebbe fare ad un’indossatrice: “Ma perché camminate tutte come i cavalli?”
A me l’onore di salutarvi, soprattutto le parrucchiere.
secondo me molto divertente, con un titolo italiano insulso (quello francese , La Doublure - la controfigura - molto più in tema) e fuorviante, con ottimi attori (bravissimo come sempre Dany Boon) e la bellissima Alice Taglioni.
Per una serata senza pensieri.
Gradevolissima, questa commedia firmata da Francis Veber. Il punto di partenza (uno scambio di persona) è piuttosto elementare, ma la storia si dipana con garbo, senza mai scadere nella volgarità. Bravo Daniel Auteuil. Peccato per il finale che, anzichè essere solo abbozzato, avrebbe potuto estrinsecarsi meglio.
Un film su cui non darei un giudizio eccessivamente severo: indubbiamente non ha nulla a che vedere con le commedie piene di spirito e umorismo che ogni tanto (raramente) si vedono al cinema e tra un anno nessuno si ricorderà di questo film. Ma a me qualche sorriso di tanto in tanto l'ha strappato e, in questo, l'obiettivo della serata è stato raggiunto. Non è volgare, è questo è per me un merito.
un film con i meccanismi tipici del regista Francis Veber che dopo l'ottimo " la cena dei cretini " e il piacevole e composito " l'apparenza inganna " propone questo film che sa piu' di tappabuchi che di vero ispirato lavoro ( a questo proposito la lunghezza, o cortezza, visto il metraggio,dice tutto...).La trama scorre piacevole ma leggerissima , senza mai andare oltre a una patinata raffinatezza , oltretutto il fatto che il regista voglia a tutti i costi comunicare che le modelle poi cosi' stupide non sono ( cosa che penso nessuno partiva per dare scontato ) alla fine e' troppo rimarcato, sottolineato e proposto,e stufa parecchio.Nel film si muove flessuosa la bellissima e rassicurante Alice Taglioni ( gambe kilometriche da urlo ) , sempre pronta a dare consigli ma cosi' innamorata da non capire le trame vere del suo amante , Daniel Auteuil recita al minimo storico per le sue possibilita' , mentre bellissima e strepitosa e' kristin scott thomas, autentica signora dalle pettinature strepitose e grande personalita' scenica .Da dimenticare le due parti composte da pignon ( nome del cretino de -la cena dei cretini ) e dalla dolce libraia ( amelie stampo ) , assolutamente stucchevoli . Una grande partenza per presentare i credits si riduce poi a un filmetto buono solo per una serata anonima da " italia uno !" ...titolo italiano ovviamente da reprimere.