Onirico e visionario come pochi, Matthew Barney ci porta su una baleniera al largo del giappone in un diffile rapporto tra giappone e occidente nel dopo bomba e con un prograssivo ritorno del tutto all'elemento acqua. Due ore e mezzo senza dialogo, scandito da una colonna sonora bellissima ovviamente impreziosita dalla voce di Bjork, anche attrice. due ore e mezzo senza storia, ma pieno di suggestioni e visioni e, soprattutto, di immagine perfette. anche questo e cinema, e di grande livello, a dispetto di una sala veneziana fredda e che si svuota prograssivamente durante la proiezione.
Le immagini sono strepitose, la musica si fonde perfettamente con esse attraverso dei suoni che sanno essere commoventi per la loro delicatezza, sinistri, violenti e infine capaci di trasmettere una malinconica quiete grazie alle scelte stilistiche dell'artista Bjork, unica nel panorama musicale internazionale.
Evocativo ed interessante il criptico e misurato sviluppo degli eventi attraverso simbologie simmetriche care alla mentalità muta ed ermetica dello scultore-regista.
Lo scontro che dà nome all'opera visiva vede il trionfo finale del "Drawing", della metamorfosi, della creatività incontrollata, della poesia viscerale e veracemente romantica.
In poche parole, omaggio all'amore per Bjork e al suo modo di fare arte.
soliti ragazzetti stereotipati con pseudo-informazioni come armi. il cremaster è il cremastere, purtroppo nel caso specifico si è abbassato senza più rialzarsi. questo non è un film, è spazzatura spacciata per arte. fin quando ci sarà chi confonde l'arte con la spazzatura, ci sarà posto per barney e per la pubblicità gratuita a islandesi cellulitiche. bleah. questo non è un film, e qualsiasi cosa sia, non vale niente. fine.
C'era forse d'aspettarselo che pubblico e critica non avrebbe capito questo ennesimo capolavoro del geniale Matthew Barney, ma forse la critica si sarebbe dovuta informare innazitutto che Barney non è un regista, ma un video artista! Cosa ben differente!
Comunque anche se per i fan piu' accaniti di Barney la sua simbologia rimane ancora oscura, non si puo' far a meno di rimanere affascinati dalla sua straordinaria creatività e inventiva, dalla perfezione delle inquadrature, all'enigmatica musica di Bjork, ma soprattutto dalla straordinaria eleganza formale che come sempre Barney ci offre.
Insomma un Capolavoro, come tutte le altre opere di Barney.
E' un film solo per chi conosce il suo lavoro o appassionati d'arte, gli altri, giornalisti compresi, possono starsene a casa.
Forse certi giornalisti che hanno storto il naso dovrebbero forse leggere qualcuna delle innumerevoli monografie sull'opera di Barney e almeno sapere cos'è un Cremaster!