Umberto lenzi, nel 1966, mise in scena questo b-movie tratto dal fumetto di magnus & bunker, con risultati godibili, ma modesti. kriminal è, se possiamo dire così, il fratellastro di diabolik, agisce a londra fra il 1964 e il 1974, indossa una tuta scheletrica anti-proiettile ed è definito dal suo acerrimo nemico, l'ispettore (poi commissario capo) patrick milton, il "re del delitto". il regista umberto lenzi costruisce una sceneggiatura abbastanza movimentata, ma che ha poco a che fare con il personaggio a fumetti, assegnando la parte principale all'ironico, ma impacciato gleen saxson. il costume scheletrico qui appare poco indosso all'attore, visto che le intenzioni di lenzi sono quelle di girare un altro semi-james bond all'italiana. niente donnine in baby doll, come il mitico disegnatore magnus ci abituò nel decennio nero italiano, ma una bella attrice spagnola che recita la doppia parte di due avide gemelle, helga linè. l'ispettore milton è interpretato dal baffuto andrea bosic, già visto ne "due mafiosi contro goldginger" (con frachi e infrassia), mentre la trama gira intorno ad un furto di gioielli. kriminal ammazza, ruba, seduce e scappa più volte dalla polizia e dalla morte. ma proprio sul più bello, il film si affloscia nel più scontato dei finali. qui non si accenna mai al vero nome del "re del delitto", antony logan e la fidata moglie lola hudson dei fumetti viene sostituita da margie swann, l'ex-moglie cinematografica del nostro anti-eroe. doppiaggio che non risolleva le sorti del film, con qualche errore nel pronunciare i nomi dei personaggi. gloria farr, infatti, chiama milton col nome di brad, quando i fans sanno che il milton barbuto di magnus & bunker si chiama patrick. avversari modesti per un personaggio allora sulla cresta dell'onda. max bunker storse la bocca, il pubblico invece un pò meno.
Umberto Lenzi, nel 1966, mise in scena questo b-movie tratto dal fumetto di Magnus & Bunker, con risultati godibili, ma modesti. Kriminal è, se possiamo dire così, il fratellastro di Diabolik, agisce a Londra, fra il 1964 e il 1974, indossa una tuta scheletrica anti-proiettile ed è definito dal suo acerrimo nemico, l'ispettore (poi commissario capo) Patrick Milton, il "re del delitto". Il regista Umberto Lenzi costruisce una sceneggiatura abbastanza movimentata, ma che ha poco a che fare con il personaggio a fumetti, assegnando la parte principale all'ironico, ma impacciato Gleen Saxson. Il costume scheletrico qui appare poco indosso all'attore, visto che le intenzioni di Lenzi sono quelle di girare un altro semi-James Bond all'italiana. Niente donnine in baby doll, come il mitico Roberto Raviola, il disegnatore Magnus, ci abituò nel decennio nero italiano, ma una bella attrice spagnola che recita la doppia parte di due avide gemelle, Helga Linè. L'ispettore Milton è interpretato dal baffuto Andrea Bosic, già visto ne "DUE MAFIOSI CONTRO GOLDGINGER", mentre la trama gira intorno ad un furto di gioielli. Kriminal ammazza, ruba, seduce e scappa più volte dalla polizia e dalla morte. Ma proprio sul più bello, non solo perde il malloppo, ma si fa catturare stupidamente dalla fidanzata dell'ispettore Milton, la bionda Gloria Farr. Recitazione da fotoromanzo, per un film con titoli di testa e di coda resi a fumetti. Qui non si accenna mai al vero nome del "re del delitto", Antony Logan e la fidata moglie Lola Hudson dei fumetti viene sostituita da Margie Swann, l'ex-moglie cinematografica del nostro anti-eroe. Doppiaggio che non risolleva le sorti del film, con qualche errore nel pronunciare i nomi dei personaggi. Gloria Farr, infatti, chiama Milton col nome di Brad, quando i fans sanno che il Milton barbuto di Magnus & Bunker si chiama Patrick. Avversari modesti per un personaggio allora sulla cresta dell'onda. Max Bunker storse la bocca, il pubblico invece un pò meno.
Ispirato al fortunato fumetto firmato Max Bunker, ecco il primo dei due film dedicati a Kriminal, nostrano genio del crimine, portato sullo schermo dal grande Umberto Lenzi (che firma soggetto e regia) ed interpretato dallo sconosciuto, platinato Glen Saxon. Il film è piuttosto veloce, ben congegnato, con una trama semplice ed ai limiti dell'irreale; i protagonisti sono convincenti nonostante una sceneggiatura a volte troppo risicata, a volte poco 'professionale'. Nel complesso, tuttavia, è una pellicola che scorre felicemente, con continui colpi di scena, tra lusso e belle donne. Peccato per il non-finale, che lascia un portone fin troppo spalancato al successivo, ottimo 'Il marchio di Kriminal'. Comunque, è un bel tuffo nel passato, per gli amanti di una cinematografia made-in-Italy che ormai non esiste più... purtroppo.