Un film-documentario molto coinvolgente dove la voglia di vita si contrappone allo spettro della morte.
E' soprattutto lo svolgersi degli eventi dopo la rottura della gamba di joe,
che gl'intimi pensieri dei personaggi vegono alla luce in modo così forte da prendere forma come
nello squardo tra Joe e Simon dove la logica vorrebbe abbandonare l'amico ferito per permettere
all'atro una possibilità di vita.Punto di divisione è il momento del taglio della corda; da qui
l'avventura dei due alpinisti si divide: la vita contro la morte.Simon si inoltra in un percorso
di distacco dalla morte del compagno: rielaborare la morte dell'amico, fare il bagno nelle acque gelide
del lago, il bruciare i vestiti di Joe.Dall'altra parte dove la fede di Joe si sgretola fino all'affermazione
che dopo la morte non c'è il nulla.E' la vittoria della determinazione a non morire (in quel luogo) contro
la disperazione nel restare e morire in quel luogo così buio ed ostile.Da qui parte un percorso a piccoli passi
che lo porterà fino al campo base. Sono in perfetta forma fisica,se non posso salire provo a scendere...
salgo verso la luce... seguo le orme di Simon..mi prefiggo di arrivare poco più in la in 20 minuti...
in un clima dove la disidratazione, il continuo dolore, la paura di non trovare nessuno combattono contro di lui.
Davvero una film bellissimo, sembra una cosa assolutamente impossibile, ma in realtà è una storia vera, mi è sembrato un po' lento, ma creato così volutamente per trasmettere,nel limite del possibile, allo spettatore la sensazione del tempo che sembra non passare. questa lentezza però non ne fa un film noioso, bensì ne esalta le sensazioni che da allo spettatore.