La storia sarà anche già vista,magari con qualche imperfezione tecnica, ma i personaggi sono indagati profondamente nei dialoghi e nell'utilizzo di primi piani insoliti che analizzano gli sguardi dei bravi interpreti.
La scena della sparatoria nel locale è da manuale
Splendida la colonna sonora.
Il risultato è che si rimane incollati davanti la tv per due ore.
Mann gira un perfetto action(ma forse è riduttivo)notturno grazie alle telecamere ad alta definizione digitale. Cattura ogni cosa, vivente o non vivente, ma soprattutto cattura gli sguardi dei protagonisti, dal timido tassista Foxx alla lucente e bellissima Jada Pinkett Smith fino ad arrivare al pericolosissimo Vincent(un Tom Cuise cattivissimo e ingrigito)che, con il suo muoversi in maniera controllata e mai scomposta gira per una Los Angeles notturna per concludere degli "affari". Ma se fosse solo questo; Collateral è molto di più: un viaggio inquietante nella città degli angeli nel giro di una notte che il tassista Max(Foxx)non dimenticherà mai ma anche una profonda riflessione sul senso di solitudine di due uomini diversi che vivono in maniera diversa ma che sono accomunati da un forte senso di desolazione. "Un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore. Pensi che se ne accorgerà qualcuno?". Mann non sbaglia un colpo.
Bello davvero,soprattutto il finale in cui si alternano momenti di suspence e momenti sentimentali..nella scena finale,infatti,perfino il killer vincent prima di morire
riesce a rivelare un tratto di umanità..ammirevole la figura del tassista max,non tanto per il suo grande coraggio,che a dire il vero sconfina un pò nell'inverosimile,quanto per la sua capacità di instaurare un dialogo con un uomo come vincent,come a cecare di fargli intuire quella goccia di fragilità che si nasconde nell'anima di tutti noi,indipendentemente da come decidiamo di affrontare il difficile cammino della nostra esistenza....
"Un uomo sta per morire nella metropolitana, credi che qualcuno se ne accorgerà?": le parole che il protagonista (Vincent) rivolge all'amico/rivale (Max)alla fine del film riprendono l'inizio dello stesso e danno il senso della coerenza della sua tremenda (seppur lucida e per certi versi ineccepibile) filosofia di vita. Vincent ha tratti somatici e caratteriali che lo rendono simile ad un lupo, lo stesso lupo che gli attraversa la strada mentre compie il suo giro di morte sul taxi guidato dallo sfortunato Max;questi ferma l'auto e fa attraversare l'animale mentre Vincent si identifica inconsciamente con quel lupo per il quale Max prova rispetto ed umana pietà. Vincent si sente forte come quel lupo ma si rende conto, allo stesso tempo, della fragilità degli esseri viventi, tutti, nessuno escluso. E' questo che fa capire come il senso ed il peso che si da' alla propria vita è, in fin dei conti, strettamente legato al senso ed al peso che si da' alla vita degli altri. Un film stupendo, girato con una pulizia tecnica ed una maestria di stile degni dei migliori film d'azione; a tratti mi ha ricordato "Leon", ma qui, a differenza del capolavoro di Luc Besson, c'è anche un senso filosofico di spessore ben più consistente. Bravo Jamie Foxx ma straordinario Cruise: in molte scene d'azione fa contemporaneamente tre cose con la stessa naturalezza con la quale una persona normale potrebbe bere un bicchier d'acqua. Sguardo glaciale che rivela a tratti i bagliori del tormento legato alla infanzia infelice, sembra una macchina perfetta, un super-professionista dell'omicidio (va in giro con il palmare che registra tutti i file delle sue vittime);quando parla con Max, però, sembra voler approfittare dell'occasione per un confronto, seppur fugace, con la coscienza altrui e quindi con la propria. Che dire poi al regista ed agli sceneggiatori? La Los Angeles notturna inquadrata da Mann sembra, nonostante la frenesia del suo moto perpetuo, un teatro immobile nel quale si muovono solo due protagonisti, l'eroe e l'antieroe; il film finisce e ci si chiede chi sia, in definitiva, l'uno e chi l'altro. Bravissimi, tutti!
Domenico di padova, secondo il regista sarebbe superbo perché fa iniziare il film in aeroporto e lo fa finire in metro, al contrario di heat (!) e sarebbe pretenzioso perché avrebbe osato spiegare l'animo umano attraverso i dialoghi tra un gangster e un tassista (!).
ti sei mai chiesto se i luoghi del film non siano stati scelti per altre ragioni? e perché mai il taxi non dovrebbe essere il luogo giusto per comprendere la complessità della vita dei suoi occupanti?
ma cosa fumi prima di guardare i film?
Trailer italiano (it) per Il fantasma di Canterville (2023), un film di Kim Burdon, Robert Chandler con Hugh Laurie, Imelda Staunton, Freddie Highmore.