Ho letto molte recensioni ed opinioni su "L'amore ritrovato" di Carlo Mazzacurati; molte, sostanzialmente, bocciano il lavoro cinematogra-
fico, altre lo promuovono e così via... Questo film mi ricorda, anche se con le dovute proporzioni, le polemiche che sorsero all'uscita di
"The way we were" di Pollac negli anni 70, anch'esso un controverso film d'amore che, se visto ancor oggi, può suscitare pareri molto discordanti. In verità, recensire un film come il nostro, per di più se prima si è letto il romanzo da cui è stato tratto (anche se liberamente)è secondo me molto rischioso. Inevitabilmente si cede alla tentazione di fare paralleli con il testo scritto, che fondamentalmente trae il proprio fascino dal fatto che il letto-
re personalizza immagini e situazioni, mentre la pellicola oggetti-
vizza le suddette e solo dopo, ripensandoci, lo spettatore le fa sue. Del film è stato criticato il lavoro che Mazzacurati ha fatto con gli attori; di come ne ha impostato la mimica e del feeling che questi hanno avuto con la storia e trasmesso al pubblico. Ma si è anche criticato la recitazione "inebetita del solito Accorsi" e dello spreco di talento della Sansa, correi con il regista dello scempio perpetrato ai danni del testo letterario. In verità penso che l'intorpidimento che emana dalle sequenze sia voluto, perchè quella a cui assistiamo è la narrazione di un ricordo, della nostalgia, del ritrovare (appunto) continuamente sentimenti e situazioni già vissute e pensate, con quel fondo di malinconica certezza della ineluttabile precarietà della condivisione dei sentimenti umani. Nella scena finale la Sansa, che nel film mostra un sorriso seriale, comunque da interpretare, più che da criticare, ad un certo punto smette di sorridere, appunto, e diventa malinconicamente riflessiva. E' qui, a parer mio, che si realizza l'intima bellezza della storia e via, diciamolo, anche del film, in tutta la sua meravigliosa banalità. La bellezza è sempre negli occhi di chi guarda; la realtà non è mai né bella, né brutta; è ed è al di fuori di noi.
stupisce che due attori così dotati si siano prestati ad interpretare una trama così scontata e poco avvincente; loro stessi sono stati sminuiti nella loro recitazione che risulta piatta ,monocorde, fatta di gesti inutili e di occhiate che non dicono nulla. Non c'è un solo momento del filmche tenga desta l'attenzione, la trama è inesistente, i dialoghi banali, i personaggi minori nn hanno spessore, insomma...due ore perse!
Un film che è una sequenza di quadretti statici, così lento e pesante che poteva essere rappresentato ugualmente con una sequenza di diapositive . Immobili le "maschere" degli attori, scarni e banali i dialoghi. Insomma, un film fatto quasi "per dovere di contratto" tirato via senza alcuna ispirazione. Davvero un film molto brutto.
...nella recitazione ermetica della Sansa...nei suoi sguardi colmi di speranza disperata...nella sua capacità di nobilitare la difficoltà esistenziale...nelle poche parole del film che ne contengono molte altre, e quanto più grande sarà il nostro sentire così tante ne ascolteremo...nei tanti elevati particolari:la canzone di De Andrè...la figura del bigliettaio del treno...del bambino, con la sua impotenza a vivere il suo mutamento...e poi gli occhi della Sansa...i suoi occhi...e quel suo sorriso...