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Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Opinioni presenti: 14
Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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(8/10) Voto 8di 10

Si potrebbe definire il film in questione con una sola parola: inquietante. Sì, perché gli effetti che il potere ha sul suo detentore e sui sottoposti sono spaventosi e riescono a colpire profondamente lo spettatore. Parte del merito va sicuramente a G. M. Volonté, autore di una prova magnifica. Di buon livello anche la regia (curata da E. Petri). E se tutto questo non bastasse ci sono anche le musiche di E. Morricone ad impreziosire questa imperdibile pellicola.



Lorenzo, 21 anni, Arconate (MI).




Buona volonte'

(9/10) Voto 9di 10

Resto stupito dal fatto che non ci sia ancora nessuna opinione su questo bellissimo film. Dai più definito come un semplice film politico, questo capolavoro vince le barriere del tempo grazie alla sottile "indagine" psicologica che Petri fa di ogni personaggio che mette in scena sapientemente. A primo acchito è facile individuare nell'ispettore un semplice ingranaggio della macchina più complessa del potere ( a testimonianza di ciò ricordiamoci che il protagonista non ha nome e cognome ma è chiamato semplicemente "dottò"), il cui fine è quello di garantire la stabilità del potere, combattendo qualunque ondata eversiva ( celebre è il monologo dell'insediamento all'ufficio politico). Ma attenzione, sarà lui stesso a verificare se il "potere" è in grado di giudicare chi lo detiene. Lui assassino della sua amante, è combattuto se mettere gli inquirenti sulle sue tracce o sviare le indagine: una disocciazione interna per chi è abituato ad usare il potere. Alla fine, riconoscendo l'inadeguatezza di chi conduce le indagini sul delitto, farà la sua confessione di colpevolezza che, seppur in sogno, sarà rifiutata dai suoi superiori, e si trasformerà in una paradossale confessione di innocenza: alla fine, "l'ingranaggio" sembra già pronto a reintegrarsi nella macchina del potere. Al di là della vicenda narrata importanti, dicevo, sono i risvolti psicologici: l'autorità qui rappresentata potrebbe essere calata addosso a chiunque occupa una posizione dominante, come in un rapporto padre-figlio, quale sembra essere il rapporto tra l'ispettore e Augusta Terzi, in cui lui si presenta come modello inattaccabile e costringe la donna a ritornare bambina e quindi a sottomettersi, a sottostare all'autorità.. ma non per sempre, perchè la donna si ribella, accusando l'uomo di infantilismo, di essere incapace di amare. Ecco che la maschera di chi vuole assumere una posizione dominante viene meno ( rivelando la fragilità umana) allorchè si trova non più in questura, ma casa di una donna che non vuole che la sua abitazione diventi una camera di sicurezza, dove lui pretende di sapere tutto su tutti. Da notare, a tal proposito l'arredamento diverso che troviamo tra la casa della donna, caratterizzato da linee mosse, ondulate, prolungamento dello spirito libertino della donna, e le linee squadrate, precise, rigorose dell' ufficio dell'ispettore. Non dimentichiamo oltre tutto la colonna sonora di Morricone, che non è semplice commmento alle vicende narrate, ma si integra con esse e con la psicologia del personaggio. Un'ultima riflessione è sulla straordinaria bravura di Gian Maria Volontè (troppo presto dimenticato), che qui volutamente attua una recitazione che rende in pieno sia il comportamento che la psicologia di chi occupa posizioni dominanti: vibrante e sofferta allo stesso tempo, con un linguaggio e un tono della voce davvero disarmante.



Raffaele, 20 anni, Buia (UD).




fantastico

(10/10) Voto 10di 10

é una denuncia alla corruzione della polizia, ma anche alla corruzione sociale con un grandissimo gian maria volontè. é uno dei miei film preferiti



Anna mangiameli, 16 anni, Catania (CT).




Meno di dieci è un insulto

(10/10) Voto 10di 10

Capolavoro che fa apprezzare il cinema italiano anche a quelli come me che erano molto prevenuti. Guardate anche il portaborse se volete cambiare idea come ho fatto io.



Niccolò & alberto, 19 anni, Ferrara.




Una pietra miliare........

(10/10) Voto 10di 10

E' senza dubbio uno dei film piu' belli degli anni settanta e sicuramente il piu' di spessore fra quelli di elio petri. e' difficilmente inquadrabile in un genere, varia dal grottesco al drammatico e alla commedia ed e' sorretto da un grandissimo e mai poco rimpianto gian maria volonte'. peraltro mi sembra strano come questo grandissimo attore non venga annoverato fra i piu' grandi o quantomeno non sullo stesso livello dei vari gassman, manfredi, tognazzi, mastroianni ecc.... probabilmente perche' il piu' "politicizzato" ed impegnato in film soprattutto di rottura come : sacco e vanzetti, giordano bruno, cristo si e' fermato a eboli oppure sbatti il mostro in prima pagina. grande la musica del mitico ennio morricone. sicuramente una pietra miliare del cinema italiano. strano che ci siano solo poche recensioni. da riscoprire.



Francesco, 23 anni, Lecco.





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