Regia stupenda di taglio americano del grande Elio Petri.
Volontè costruisce un personaggio folle e imbarazzante, arrogante quanto affascinante.
Finale kafkiano che fa riflettere sui mali italiani.
Per me resta un capolavoro, non un film ma "IL FILM" del cinema italiano
Questo film è al tempo stesso un capolavoro ed un pugno allo stomaco al potere ed alla sua strumentalizzazione.Volontè grandissimo,e verso la metà del film,inizia a diventare metafisico,una protesi del potere e della sua impunità,denotando una
sicurezza ed un senso di onnipotenza che sfocia nella follia.Indimenticabile.
Gian Maria Volontè semplicemente da Oscar. Triste pensare che il mondo del cinema si sia quasi completamente dimenticato di lui, non solo post mortem, ma anche quando era ancora vivo. Chissà cosa avrebbe pensato il buon Volontè quando ha visto consegnare un Leone d'Oro alla Carriera a Paolo Villaggio!
35 anni fa, dunque, il cinema italiano riusciva a produrre un film così strano e particolare, che anticipa manie, eventi e costumi che caratterizzeranno tristemente i decenni a venire. Grande Florinda Bolkan, in una parte adattissima, grandi anche gli attori non protagonisti, ognuno calato alla perfezione nel proprio ruolo. La musica fa il resto...un vero capolavoro.
Amara considerazione finale: 35 anni fa si facevano film del genere in Italia, con pochissimi soldi, tanto coraggio (un poliziotto assassino del 1970 che dice di votare socialista!), tante idee e tanta arte, nel vero senso del termine, raccontando la realtà e addirittura antricipandola sotto molti aspetti. Oggi sarebbe possibile fare un film del genere? Risposta ovvia, no!
Questo è un film commovente,in bilico fra il thriller,il grattesco e il film di denuncia.pur toccando vari generi riesce grazie alle scenografie di ugo pirro,alla mano sicura di elio petri ed alla magistrale interpretazione di gianmaria volontè ad analizzarli tutti i temi preposti, e svilupparli.come può un delitto passionale risolversi in un omicidio politico? come può l'assasino sfuggire a tutte le indagini su di lui?grazie soltanto alla sua integra moralità e rispettabilità ,frutto di una ipocrisia che viene denunciata dal regista in maniera molto efficace;e grazie ad un grande spauracchio dell'epoca:il '68,con tutti i suoi figli che lottano per la giustizia e la lealtà,alcuni con ingiustificabili metodi violenti,ed altri con idee e passione.sarà proprio uno di questi l'incolpevole antonio pace ad essere l'indiziato pricipale,lui che è l'unico testimone dell'accaduto,che rinuncerà alla libertà per punire un volontè ormai stanco di fuggire ,e reo-confesso di quell'orrore;ma anche nel momento della confessione e della rivelazione del movente,non sarà creduto perchè in possesso di una verità trppo brutta per un modo così bello.tutta la storia vive momenti indimenticabili grazie anche alle colonne sonore di ennio morricone anche qui formidabile come sempre.
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.