Certamente un bel film.
particolare, assolutamente realistico malgardo la recitazione distaccata di alcuni protagonisti.
ma per chi ha visto l'imbalsmatore e lo ha apprezzato tanto come me, devo dire che è difficile non paragonare questa pellicola alla precedente. e dal confronto l'imbalsamatore risulta essere un film di una caratura ben differente. molto più originale, più ambiguo ( anche nei sentimenti che si provano verso i personaggi), più noir..
primo amore riprende molti dei temi precedenti e li "sposta" su un altro soggetto senza arrivare alla grandezza e alle suggestioni precedenti. un film bello, ma
un po' monocorde. peccato perchè con un finale più creativo e coraggioso secondo me sarebbe stata un'altra cosa.
certo però che il coraggio sonia ce lo ha ad uccidere il suo aguzzino.
per questo un film altamente e socialmente "educativo".
La storia di questo film è molto semplice, gli attori sono pochi, semi conosciuti e parlano spesso, pur se in italiano, con un forte accento veneto che unito alla presa diretta dei suoni e dei dialoghi, a volte rende poco comprensivo qualche passaggio. Credo che la scelta del regista e dello sceneggiatore, egli stesso protagonista maschile del film, di lasciare mano libera agli attori, dando una forte impressione di discontinuità tra alcune scene, nasca proprio dal tentativo di far raccontare agli attori stessi, tramite le loro espressioni e la capacità di sostenere i personaggi, una tragica storia vera. Il film, secondo la mia opinione, non tratta certo di anoressia, come qualcuno ha ipotizzato; parla invece di come un rapporto di coppia, nato già subito in modo anomalo ( un appuntamento telefonico al buio ) possa trasformarsi lentamente in un amore non sano, ossessivo, malato di sofferenza e di privazione, rinunciatario, viziato dalla malattia mentale, sbilanciato a favore di uno dei due soggetti, apparentemente il più forte, fino a raggiungere la distruzione del fisico di lei e del loro amore in un tragico ed inevitabile epilogo. Il film in modo brutale ha tentato di puntare il dito su quella realtà, tante volte nascosta e che coinvolge molte coppie: esse nascondono dentro la loro relazione, in un finto amore, il seme di una convivenza fatta di silenziose accettazioni, piccoli e grandi soprusi, sottili violenze perpetrate nelle mura domestiche e che germogliano poi improvvisamente nella tragicità di irreparabili gesti.
“Primo amore” è un film oscuro, nei colori, nei personaggi delineati solo nei loro aspetti più patologici. Pur non trattando esplicitamente dell’anoressia, sintetizza nei suoi due protagonisti le due anime di questa malattia mentale: l’istinto di vita del corpo e la tendenza maniacale verso la perfezione della mente. Questo forse il vero senso di un film ben fatto, ma, tutto sommato non così originale.
Troppo lento, troppo maschilista, troppo surreale, non ho mai fatto tanta fatica a vedere fino alla fine un film come questa volta....troppo in dialetto veneto....
Ansimare,annaspare alla ricerca di un volto,di un corpo che fugge,complice una m.d.p. che gli offre l'ultima occasione di non svelarsi,ma che si arrende placidamente ad uno sguardo"altro",incandescente,alla fine della corsa.
L'incontro impossibile tra due"teste",trova uno sbocco nell'ancor più improbabile accordo(o dominio)tra(di)una mente e(su) un corpo che non gli appartiene.Gli occhi troppo vicini e insondabili di Vitaliano Trevisan restituiscono l'essenza("felicemente"cinematografica)di un'ossessione;la sua cadenza e la voce smorzata,l'inesorabilità di un desiderio.Attraverso i colori caldi delle fiamme che abitano il suo lavoro di artigiano,Vittorio giunge a ciò che è prezioso,eliminando l'inutile dalla materia.Ma della natura"organica" di Sonia(la carne nuda e silente di Michela Cescon)può soltanto carezzare le vertebre,percorrerne al millimetro la spina dorsale.Cinema impietoso,quanto basta a mettere a fuoco un soleggiato paesaggio lacustre e a imprimergli le sagome incerte di due spettri che parlano di "peso",biascicando orrendi sogni d'amore.