Sulla strada di "Magnolia" (viale di San Fernando Valley, dove si svolgono tutte le storie) l'orologio batte un ritmo strano. L'esistenza di ogni personaggio, che dovrebbe essere autore del proprio destino, è segnata ineluttabilmente da episodi imprevedibili. Episodi che cambiano la vita di ogni persona, a volte patologici, in altri a dir poco biblici. Casualità e causalità s'incrociano: la vita è tutta qua. È questo quanto si narra nell'introduzione ed è quanto si può leggere alla fine del film. L'inizio e' travolgente. A stento si riesce a percepire la matassa delle storie che si stanno per districare. Battuto da un ritmo musicale nevrotico, si intuisce dall'inizio l'originalità del film. Nove storie per esaltare l'umanità di ognuno, per capire come la televisione possa esaltare ingannevolmente personaggi come Jimmy Gator (Philip Baker Hall) conduttore televisivo noto per la propria integrità morale, che si rivelerà per ciò che realmente è: l'opposto della sua immagine. Nove storie per raccontare come la genialità possa essere un "fardello" troppo pesante. È il caso dei due geni del quiz televisivo: il piccolo Stanley Spector (Jeremy Blackman) rovinato dal bisogno fisiologico e Donnie Smith (W.H. Macy) ex celebrità del quiz anni sessanta, relegato a commesso di negozio, frustrato dalle polveri del successo e dalla sua omosessualità. Qualche storia s'incrocia fatalmente, è il caso di Jim Curring (John C. Reilly) irreprensibile agente del Dipartimento di Polizia di Los Angeles, salverà la vita e l'onore di Donnie Smith, e con il suo amore quella di Claudia Wilson Gator (Melora Walters), ragazza cocainomane figlia di Jimmy Gator, segnata dalle violenze sessuali del padre.
Il rimorso e l'orgoglio s'incontrano nella casa di "Magnolia" quando Earl Partridge (Jason Robards), produttore televisivo consumato da un male inesorabile, chiede al filantropo infermiere, Phil Parma (Philip Seymour Hoffman), di trovare suo figlio Frank Mackey (Tom Cruise), santone del sesso, figlio abbandonato appena adolescente ad assistere la madre fino al momento della sua morte. I sentimenti che animano le ultime ore di Earl Partridge si colorano di grigio quando il figlio Frank riversa tutto il suo odio nei confronti del padre. È la resa dei conti. A consolare inconsapevolmente Earl Partridge è la giovane moglie Linda (Julianne Moore), che scopre tardivamente l'amore per suo marito, sposato solo per interesse, scopre di essere veramente innamorata di quell'uomo, più volte tradito, fino ad accorgersi che la sua vita non ha più senso senza di lui. Stupendo Anderson a creare atmosfere temporalmente avulse, per poi ricompattarle in un sincretismo scenico dove ogni personaggio, nella storia che dura un giorno, vive ignaro, quello che sarà da li a poco l'episodio che cambierà la propria vita. Dopo aver incolonnato le storie come fossero tavole sinottiche, il ritmo rallenta. Ogni personaggio raggiunge lo "scopo", l'epilogo sorprende, è una pausa di riflessione.....
Mi é piaciuto,ma qualcuno mi spieghi che cosa vuol dire la pioggia di rane!!!!Cioé secondo me,il regista,ha rovinato tutto con questa "ca**ata"!!!Oppure sono io che non lo capita.....Visto che il film,narrava di storie vere e abbastanza serie!!!!Booo!!!!
Magnolia, un film da che non si dimentica e che ti rimane appiccicato per sempre. Un'emozione vivissima mi ha colto durante la prima proiezione, come poche altre volte mi era capitato, e mi ha consentito di apprezzare fino in fondo un'opera così lucida e coraggiosa, anche se imperfetta e logorroica. Magnolia è la Storia delle Storie, è ciò che può capitare a tutti nella vita, prima o poi, perchè la vita è fatta di gioie, ma anche di sofferenze, di dolori e di emozioni profonde, e siamo costretti a volte a provare sensazioni che mai ci sogneremmo di immaginare. Magnolia è un film girato stupendamente da P.T. Anderson nel 1999, all'età di 29 anni, ed è incredibile come a questa età si possa essere così profondi e lucidi, e interpretato mirabilmente da attori ormai affermati come Julianne Moore, Tom Cruise (che pur di farsi riprendere da Anderson ha accettato solo la paga sindacale!), ma anche da attori poco conosciuti ma ugualmente a proprio agio e pienamente inseriti nei propri personaggi da apparire veramente realistici. Il montaggio, curato dallo stesso Anderson, è sublime, specialmente per il continuo cambio di situazioni e di atmosfere. E' un film che vorresti non finisse mai e che non ti stanchi mai di rivedere, è un'opera di una tale generosità e ricchezza di contenuti per cui viene perdonata qualsiasi imperfezione o lungaggine nelle inquadrature, ma su tutto domina il bisogno d'amore e la solitudine di ciascun personaggio di fronte ai problemi della vita.
Indimenticabile. Una perla rara. Il cinema dei sentimenti veri.
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(7.5/10)
