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Hollywood ending

Opinioni presenti: 21
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Allen non delude mai!

(8/10) Voto 8di 10

Nonostante passino gli anni allen continua a "sfornare" film niente male, questo è pure il migliore degli ultimi 3! Come al solito al di là della storia sono i dialoghi e le continue battute che rendono il film divertente e ti fanno passare una serata piacevole all'insegna della risata intelligente. P.S. Ma Stefano cosa ha bevuto prima di scrivere la sua opinione?



Downloader, 29 anni, Alcamo (TP).




Woody allen! ke simpatico furbacì!

(3/10) Voto 3di 10

Intanto il film nn è bello ma soffermiamoci sull'idea del regista quel buffone di allen è molto critico nei confronti di hollywood preferisce il cinema europeo al cinema americano!!! (come se io preferissi harry potter al signore degli anelli tanto x fare un'esempio!) woody in una conferenza stampa ha detto ke hollywood è solo una grande industria e ke nn si sentirebbe a suo agio queste cari miei sono cose insensate sono farneticazioni di un'impiastro ma vai a roma e nn rompere le balle woody x nn parlare poi di treat williams ke affonda e dice ke gli americani dovrebbero vietare di fare film con gli effetti speciali (in pratica se ci sono film senza special fx tutto andrebbe x il meglio siccome preferisce il cinema europeo il cinema peggiore del mondo) ma caro treat se sono proprio gli effetti speciali ke tengono su tutto stò pò pò di bailame e se nn ci fossero ci sarebbe il finimondo con le storie all'italiana (l'incubo peggiore!) il treat ha detto questo ma senti da ke pulpito lo dice! lo ha detto un attore ke se andiamo a rivangare nel passato scopriremo ke ha fatto "deep rising"!!! un film ke a okkio e croce avrà avuto 200 effetti speciali da quando in qua il nostro eroe contro le ottoie giganti ha cambiato bandiera???!! ke sia stato plagiato dall'inguaribile ottimista woody allen?? mah.....



Stefano, 16 anni, Brescia.




veramente bello!

(9/10) Voto 9di 10

non siamo ai vertici dello humour alleniano ma questo film è veramente un capolavoro di comicità !fa veramente morire dalle risate!boicottate i Vanzina e aprite la mente ad una risata più intelligente!



Ivan, 20 anni, Cagliari.




Lieto fine apparente

(6/10) Voto 6di 10

Apparentemente, “Hollywood Ending” è un film sull’insicurezza. Più a fondo, dopo che la storia di Val Waxman (Allen), regista già famoso, ma nevrotico e ansioso, si snoda fino al “disastro” del “lieto fine” si comprende che il tema è la “cecità intellettuale”. Infatti: a occhi chiusi non si può neanche essere creativi. Il regista in crisi (Woody Allen a tratti in gran forma) recuperato dalla ex moglie Ellie (Téa Leoni), che ne conosce i disastri coniugali pur apprezzandone le doti professionali, è colpito improvvisamente, all’inizio delle riprese, da una cecità totale d’origine psicosomatica. A dispetto dell’handicap le riprese continuano (ovviamente: nel buio dell’ignoranza creativa) e assolutamente a caso (la parte farsesca è tuttavia quella meno riuscita della storia). Il film che ne esce, pur montato a vista recuperata dal regista stupefatto dall’incongruenza della sua storia, sarà una scemenza (che noi non vedremo mai): distrutto in patria e osannato in Francia. Il sottotema è chiaro: Hollywood, al “finale” del suo mito (qui si svela il gioco tra l’ipotizzata “fine” della capitale del cinema e il “lieto fine” hollywoodiano che i produttori sempre chiedono), esce con i fotogrammi rotti. E’ un tormentone del newyorkese Allen, sempre caustico con i californiani del cinema commerciale, ma anche severo contro il cosiddetto cinema di qualità, compreso il suo. La vanità dei personaggi, la reiterazione noiosa dei tipi e dei vizi (ben rappresentati da notevoli caratteristi) di registi, scenografi, costumiste e direttori della fotografia presuntuosi e inconcludenti sono ben messe in evidenza dalla sceneggiatura e dagli interpreti. I personaggi sono tutti tesi al compromesso costante (con se stessi e con gli altri) solo per ottenere un piccolo e misero rendiconto personale. Tutto è calcolato, calcolabile, monetizzabile. Forse anche gli affetti che sembrano più sinceri. E’ una cecità – tema del film – che mostra solo ipocrisia e non sviluppa altri sensi né altre possibilità espressive. E’ una cecità totale che impedisce di cogliere la realtà vera e non sa rappresentare l’essenza della finzione cinematografica. E’ la condizione di chi non ha coraggio e vive nell’ombra (appoggiandosi totalmente) a coloro che, pure in buonafede, lo circondano. Il microcosmo di Hollywood Ending è un ambiente – in fine – squallido e la visione di Woody Allen non consente riscatti. Mischiando la falsità di rapporti tristi svela tutta la tristezza dei rapporti falsi. Purtroppo non possiamo dire “fatti suoi”. Fuor di metafora dobbiamo ammettere che coinvolti nostro malgrado in una simile “prova al buio” non avremmo saputo comportarci né meglio, né diversamente del protagonista.



Gerardo, 53 anni, Como (CO).




Da vedere

(8/10) Voto 8di 10

Il film è piacevole e divertente soprattutto per quanto riguarda la parte in cui Allen diventa cieco. Da vedere



Barbara, 20 anni, Formia (LT).





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