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Pinocchio

Opinioni presenti: 273
Media Voto: Media Voto: 5.5 (5.5/10)

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Una versione di Pinocchio rimodernizzata

(10/10) Voto 10di 10

Aveva ragione Fellini a chiamarlo Pinocchietto. Benigni portava il legno di Pinocchio dentro di sé come il tronco di Geppetto conteneva già il burattino; prima o poi doveva uscire: Pinocchio entra in scena così, rimbalzando come un piccolo diavolo. Ha dovuto compiere cinquant’anni per tornare bambino, ma come tutti i bambini, anche Benigni ha qualche carenza: il film procede troppo levigato e smaltato, educato e preciso, soprattutto sempre sulla stessa tonalità: birichinate, delusioni, raggiri, punizioni, riabilitazioni, sono senza fioriture, e quella vocina un po’ stridula e languida (che venne inventata per lui da Fellini ne «La voce della luna») appare spesso fuori posto; inoltre Pinocchio distribuisce troppi baci (che non sono più i baci di una volta, come quelli propinati a Baudo o alla Carrà), e così resta la sensazione di un Benigni intimidito dalla sua stessa adorazione del testo collodiano, di un Pinocchio buonista, magari un po' monello, e indubbiamente destinato ad un pubblico infantile. Al pubblico italiano è invece indirizzata una frase in particolare, che Pinocchio ripete tre volte, e non a caso: «Che brutto paese, che brutto paese, che brutto paese!». Tuttavia, le stupende scenografie di Donati (al quale è dedicato il film) che si muovono al ritmo della musica di Piovani (sebbene eccessivamente ‘alla Rota’) ci ricordano che siamo dalle parti di Fellini; nonostante tutto, pur rimpiangendo che Fellini non abbia potuto realizzare il Pinocchio annunciato, Benigni si muove con una maestria raramente attinta negli ultimi film del Maestro, e riesce a sposare con discrezione il cinema tipicamente italiano ai fantasmagorici effetti speciali. Nell’insieme non si può proprio dire che la montagna abbia partorito un topolino; non è un capolavoro, ma è comunque un bel film; e alla fine, quando di Pinocchio resta solo l'ombra che si allontana, nell'ultima scena, inseguendo la farfalla (l'unico quadro davvero poetico) mi viene il rimpianto del film che avrebbe potuto essere: Benigni ha usato il burattino che è in lui per azzerare ogni sua precedente interpretazione.



Raffaele, 36 anni, Conegliano (TV).




Il "primo" vero film di Benigni

(10/10) Voto 10di 10

Non appena ha inizio questo film, mi rendo conto di essere profondamente dentro una favola, quasi in un sogno. Le immagini sono bellissime, al limite dell’essere un cartone animato. I dettagli sono curatissimi e l’atmosfera è ovattata. Sono dentro ad un sogno, e non manca la magia. Un tronco incantato scivola da un carretto e pieno di vita rotola e rimbalza in mezzo al paese che sarà di Pinocchio, fino ad arrivare sulla soglia di ‘casa Geppetto’. Non so che Pinocchio mi aspetta… ma sarà l’ultima, durante la visione del film, che la mia mente si preoccuperà di trovare corrispondenze con la favola di Collodi. E’ bellissimo il Pinocchio-Benigni, credibile, capace di trasmettere emozioni. Pinocchio-Benigni è una forza della natura! Poi la favola scorre e si fanno incontri fantastici, come quello con Mangiafuoco: intenso l’incontro tra Pinocchio e Mangiafuoco, dolcissimamente esilarante lo stratagemma con cui Pinocchio-Benigni evita di finire in brodo! Belli e bravi il Gatto e la Volpe, il Campo dei Miracoli, il Paese degli Acchiappacitrulli… fino all’incontro con Lucignolo: altro incontro da ricordare… Bravo Kim Rossi Stuart nell’esprimere innocenza e ribellione. Toccante (e dolcissima!) la suddivisione delle refurtiva in cella tra i due (Pinocchio e Lucignolo). Nonostante i consigli del Grillo Parlante e l’amore della Fata Turchina, Pinocchio continua imperterrito a seguire il suo cuore e a cacciarsi nei guai ed è la cosa ce me lo fa piacere di più! Ci si ritrova nel paese dei balocchi, metafora attualissima. Ci pensa la Fata Turchina a salvare Pinocchio dal suo destino di diventare asino e a riportarlo sulla retta via fino a quando, ormai diventato un ‘ragazzo come tutti gli altri’, sulla soglia della scuola… Be’, la sorpresa finale non posso svelarla, ma questo finale lo trovo geniale. Pinocchio vivrà sempre.



Davide, 16 anni, Reggio Calabria.




Troppo profondo

(10/10) Voto 10di 10

Troppo profondo. Troppo. La chiave sta nella scena finale: il bambino-ombra che se ne va, rifiutandosi si corrompersi in mezzo alla civiltà e alla disciplina. Il film di Benigni non è una semplice favola e non è con questo spirito che bisogna accingersi alla visione. Una perfetta mistura di risa, ottime qualità formali e un geniale messaggio di fondo, che solo il Woody Allen italiano può rendere. Il fanciullino di Pascoli, l'enfant di Rousseau, il Pinocchio di... Collodi? No, di Benigni. Chiamatelo come volete, ma questo è il geniale Pinocchio di Benigni.



Lucy, 18 anni, Reggio Emilia.




Strabellissimo

(10/10) Voto 10di 10

Io sono un'ammiratrice di Nicoletta Braschi e devo dire che in questo bellissimo film ha interpretato molto bene anzi benissimo il suo personaggio. Roberto Benigni è sempre un grande e bravissimo attore. Un film che mi è piaciuto un sacco e che vorrei rivedere ancora una volta. Nicoletta e Roberto: siete grandi!!



Giulia, 17 anni, Genova (GE).




Una dolce favola

(10/10) Voto 10di 10

Sinceramente l'ho trovato tenero e simpatico ma mi sembrava molto più adatto ai bambini che agli adulti.



Federica, 13 anni, Torino.





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