il film tratta un tema indubbiamente interessante e necessariamente provocatorio, tuttavia, soprattutto verso la fine, si riduce ad ad incensare la figura di ricardo fontana anzichè denunciare la posizione del clero cattolico. se il pubblico avesse voluto vedere la deificazione di un magnanimo eroe di guerra se ne sarebbe rimasto a casa ad aspettare che trasmettessero Perlasca. la trama insomma è troppo diluita e c'è un patetico tentativo di dare continuità al film attraverso il via vai di treni merci ora vuoti ora pieni. chi definisce questo film "cruento" o "di denuncia" dovrebbe dare un'occhiata ad esempio a Magdalene che veramente porta fino in fondo l'obiettivo che si prefigge. a peggiorare la già compromessa validità del film, concorrono gli attori truccati come delle barbi (dopo tre giorni in un treno merci i deportati sembravano usciti dalle terme) e i fondali delle viste dal vaticano, palesemente disegnati (probabilmente dal figlio del regista con delle matite giotto).
Gran film.. e bravo costa gavras... finalmente un film che lascia arrabbiati di fronte al punto più basso dell'umanità .... ai signori che si divertono a dare 1 a questo film dicendo che è menzognero e che in realtà il vaticano accolse molti ebrei, vorrei ricordare che ciò accadde o per iniziativa di singoli parroci, spesso per tale motivo criticati dalle alte gerarchie ecclesiastiche, o quando si rovesciarono le sorti della guerra, e quindi divenne comodo parteggiare contro i nazisti. troppo facile così .. documentatevi davvero..
E' un film crudo ma fatto molto bene. Mette in luce come la chiesa abbia fatto finta di non vedere e di non sentire gli orrori che i lager nazzisti producevano e anzi, alla fine si vede come essa ha aiutato il "dottore". E' stata molto bella anche la scena dove l'ufficiale delle SS guarda dentro la camera a gas e il regista sceglie di non mostrare ciò che avvenivano là dentro.
Ho incontrato Constantin Costa-Gavras ieri pomeriggio al cinema D'Azeglio di Parma e poi, di nuovo, a Villa Caumont Caimi. Abbiamo parlato dei suoi film e in particolare di Amen, che io ho visto solo di recente, ultimo suo film uscito in Italia (il prossimo sarà nelle sale a settembre). Grazie alla disponibilità del maestro ho potuto scoprire che un film che già di per se ritenevo molto ben fatto appaia ancor più sbalorditivo se visto da dietro la telecamera. La costante volontà di mostrare il vero è il dogma del cinema di Costa-Gavras (dogma, questo si, salvifico, che squarcia i veli dell'ipocrisia e dell'indifferenza creati dal Dogma con la d tristemente maiuscola, quello dei dottori della Chiesa, dell'Inquisizione, delle connivenze col nazismo, quello di ieri e anche di oggi). Alla verità si inchinano l'ottima fotografia, le musiche stupende, l'interessante montaggio (dialoghi inframezzati a spezzoni dinamici -i treni che portano ai campi di sterminio-), la buona performance degli attori. Un film interessante. Sarebbe utile mandarlo in televisione e proiettarlo nelle scuole superiori. Merita un nove ma do dieci per sollevare la media.
ottimo film a mio giudizio.
esitono film-documentatri su chiesa e nazismo, ma non mi pare il caso di questo, il quale riporta la storia -certo romanzata- dell'ufficiale delle SS, Kurt Gerstein.
e cmq anche i documentari, si sa, non possono essere oggettivi al 100% in quanto sempre soggetti alla visione del regista, che decide cosa mostrare e cosa no.
e a chi crede che la chiesa non sapesse nulla dei campi di concetramenti consiglio questo libro:
E. Klee, Chiesa e Nazismo, Einaudi, 1993
do 10 per alzare il voto, 6.5 lo ritengo troppo basso.