Con Allen si è sempre molto critici quando un film non è all'altezza delle proprie aspettative. In un primo momento ho avuto una sorta di fastidio, appena finito il film, per il tipo di finale scelto, per la scelta di stile del racconto, distaccato, cinico, quasi disinteressato alla storia come se le piccole tragedie quotidiane di ognuno di noi (divorzi, preoccupazioni, delusioni di lavoro, innamoramenti) fossero cose di poca importanza, relegate a semplice concatenazione di eventi.
Poi invece, mi sono reso conto del preciso messaggio che il film trasmette. Spesso l'illusione è l'unica cosa che ci spinge ad andare avanti, e la ricerca della felicità ci porta spesso fuori strada, ci fa diventare stupidi, creduloni, cinici, egoisti... col risultato di non essere mai soddisfatti.
Tutti i personaggi della storia vivono tutti un profondo disagio a livello sentimentale, che li porta in alcuni casi a fuggire dal proprio destino per poi miseramente pentirsi delle scelte fatte.
Sottotono per lo standard di Allen, ma con grande prove d'attori e momenti sempre in bilico tra il comico e il drammatico.
Alcune scene e dialoghi molto ben realizzati.
Da vedere ma solo se si abbassano le aspettative.
Una buona prova, un film che fa sorridere e riesce, allo stesso tempo, a far pensare. Un velo d'ironia, sempre accompagnato dal pungente cinismo...e il coraggio di affrontare temi non proprio alla portata di tutti. Non ho visto molti film di Allen, solo i più recenti (per questioni anagrafiche): trovo il suo cinema sempre intelligente, introspettivo e stimolante. A tratti può risultare lento, ma ho apprezzato a sufficienza i dialoghi. L'ambientazione è deliziosa, anche dal punto di vista delle immagini e delle luci è un piccolo gioiello. Non condivido i giudizi estremamente negativi che si rifanno alle origini di Allen e al "si stava meglio quando si stava peggio": ritengo sia un punto di forza la scelta dell'autore di affrontare spesso gli stessi temi (come qualcun altro ha citato). Illuminante la scelta di far risultare come unica vincente, almeno parzialmente, la signora Helena, psicanalizzata e guidata dalla fantomatica veggente...il che la dice lunga sul pensiero dell'autore riguardo alle certezze della vita...un film sicuramente da consigliare!
Nonostante la trama sia intrigante, Woody Allen non riesce a svilupparla a dovere, dando vita ad un film noioso, con ritmi lenti, e, nota non da poco, doppiato malissimo. Le voci dei personaggi sembrano quelle di un cartone animato. Dimostrazione che non basta un cast di alto livello a garantire il successo di un film.
Assolutamente da evitare
E' una bella tavolozza di colori, pensieri, e da ultimo di vite che si intrecciano alla spesso scomposta ricerca di un amore, e quindi di un senso, nella vita. Ciascuno di noi trova in un film il senso che gli è (o le è) piu vicino. Io vi ho trovato lo sguardo ironico e anche un pò affettuoso di un signore che ha fatto del disincanto la sua cifra stilistica, e che si difende dal correre del tempo e della senilità (e quindi della morte) attraverso il ricorso costante al distacco, alla proiezione, alla "esternalizzazione". Assai divertente la citazione continua di Crystal da parte della attempata Helena, dissacrante (quanto autobiografico/autoironico?) il ritratto di Alfie alla ricerca della perduta giovinezza (i geni della longevità servono a rigraduare la scala del tempo). La sapiente e collaudata miscela di sweet and sour, l'agrodolce che attraversa tutta la pellicola, conferisce un sapore cangiante e comunque sempre leggibile con una diversa luce emotiva, a seconda dello spettatore e, perchè no, delle diverse età dello stesso!
Non credo che un film per essere di buon livello debba per forza avere contenuti profondi: io l'ho trovata una commedia deliziosa, con scene davvero esilaranti (guardate la faccia che fa Brolin quando l'amico che credeva morto da segni di ripresa), che mi ha regalato due ore di puro relax. E poi, detto da un maschietto, ma quanto è bella Naomi Watts?
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(6/10)
