Rockwell da 10 e lode. Che dico: da Oscar! Spacey favoloso (il doppiatore ottimo comunque!).
Un film davvero speciale. Unico. Ben fatto. Un gioiellino del genere. Una boccata d'aria fresca.
Detto questo: a mio giudizio perfettibile.
Voto? Merita 8 e 1/2.
Cosa piace in questo film? L'umanità di tutti i personaggi presenti nella base lunare, compreso il robot Gerty, forse il più umano di tutti. I "non-umani" sono relegati nella zona d'ombra del film, ma fanno sentire la loro presenza. I tre astronauti dell' "equipaggio di salvataggio" e soprattutto la Lunar, la compagnia che fornisce elio 3 per il consumo energetico terrestre. I tempi rallentati, i richiami ad altri capolavori della fantascienza non fanno altro che aggiungere fascino a questo film. Una scienza inumana che asserve l'uomo al potere economico o una scienza così umana da umanizzare le macchine? Questa è la grande scelta che deve fare l'umanità, simbolizzata dal finale che, dobbiamo dire, è sottotono rispetto al resto del film.
Se paragonato al ciarpame submovie che circola e appesta orbite e menti di tutti gli appassionati di SF, Moon è una boccata d'ossigeno. Una boccata a metà, però. Non basta la bravura di Sam Rokwell a sdoganare il film che è affetto da rachitismo (sfacciatamente voluto ed esibito). Moon parassita idee trite e viste mille volte (non necessariamente al cinema), e l'ascetica via scelta dal figlio di Bowie funziona solo a tratti; senza veri sussulti (che il film prima ancora di iniziare, preannuncia statici e di routine). Pochino e la modestia dilaga. La verità è che per quanto fuori del coro, parliamo di un prodotto confezionato fuori tempo, non aggiornato, per un pubblico di spettatori semiestinto, che non punta all'originalità, ma si affianca (con 20/30 anni di ritardo), a epigoni ben più credibili.
Non si può non soffrire, vedendo Moon, assieme al protagonista che scopre che la sua vita è fasulla, è una presa in giro, e lui viene considerato meno di niente dai suoi datori di lavoro. Emblematico il disumano "ritorno a casa" dei vari cloni, nella navicella che li avrebbe dovuti ricondurre a casa con un viaggio in ibernazione di 3 giorni, e invece...
L'unico essere "umano" nel vero senso della parola con cui i protagonisti hanno a che fare è Gerty, il robot...e questo la dice lunga... Straziante la videochiamata di Sam a sua figlia, quel "Voglio tornare a casa" così angosciante non può lasciare indifferenti. era un pezzo che non mi entusiasmavo così per un film, forse da The Island, altro film con tema simile. Ed è stato fatto con un budget ridicolo e con in pratica un solo attore... Perchè Sam Rockwell non è stato nominato per un Oscar? Senza il titolo altisonante è vietato? Grazie a Sky per aver proposto questo film!