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L'amore sospetto

Opinioni presenti: 7
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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rapporto di coppia

(4/10) Voto 4di 10

Nella vita domestica Vi è mai capitato, all'interno della coppia, di essere convinti di una cosa e che il Vostro partner sia convinto dell'opposto? Se vivete in due Vi è mai successo di chiedere ad alta voce: "Chi è stato a spostare quel libro?...." Secondo me il film inizia con un'azzeccata metafora sulle "allucinazioni", che affliggono le persone comuni nella quotidianità. Stress, noia, perdita d'identità possono condurre a ciò senza, per forza, costringerci al ricovero o alla terapia di coppia, come pretenderebbe la moglie di Marc. Meglio una passeggiata all'aria aperta o un viaggio ad Hong Kong. Coinvolta dalla bravura degli interpreti, sono riuscita a reggere il dubbio tra lo scherzo o la schizofrenia dei protagonisti per i primi 30 minuti; dopo di che ho iniziato ad aspettarmi qualche indizio in più sino al finale assolutamente inappagante. Il buon confezionamento, il loft a Parigi, la colonna sonora, l'estremo oriente non sostengono la trama che si fa via via più alienante.



Laura, 39 anni, Vittorio Veneto (TV) (TV).




Ambientato nella mente

(7/10) Voto 7di 10

Film particolare ed atipico nel nostro panorama ma tipicamente francese. Disorientate, paranoico, alienante. Molto efficace la colonna sonora di Phil Glass che è parte integrante del film e si sostituisce a tutto quello che il protagonista e le situazioni non dicono a parole. Nela seconda parte (in Hong Kong) purtroppo la musica non basta ed effettivamente la mancanza della voce fuori campo (che in un primo tempo l'autore/regista aveva pensato di inserire in tutto il film) si fa sentire. A meno che con ciò l'autore abbia voluto intendere la resa del protagonista alla mancanza di logica: forse non vuole più lottare con la sua mente e "spegne" i pensieri. Nel finale, che alcuni hanno trovato non conclusivo, io vedo invece la rassegnazione a tornare ad una vita normale, accettando di non poter condividere con la moglie i suoi momenti di estraniazione e follia, oltre al timore che lo accompagnerà per il resto della sua vita che cio' potrebbe ripetersi e la tristezza di dover accetare di vedere il mondo non più come prima ma come se ci fosse sempre "qualcosa che non quadra". Il film puo' anche essere visto come totale metafora, ambientata esclusivamente nella mente del protagonista. Se vi piace il cinema per immagini, d'atmosfere inquiete ma senza aspettative di colpi di scena e che fa riflettere vi consiglio di vederlo.



Andrew-T, 35 anni, Napoli (NA).




non cercare la storia.....

(6/10) Voto 6di 10

un film molto intrigante nella prima parte ,ove il sospetto che s'insinua nella mente dello spettatore è chi dei due protagonisti sia affetto da allucinazioni visive ed uditive.....anche scoprire che parte della storia (quasi tutto il film) sia nella mente del protagonista puo' andare ,ma il finale manca proprio, peccato poteva avere i numeri per essere un film inquietante e misterioso ,si vede che il registo non ha avuto idee per dare quel tocco che fa di un film qualcosa di piacevole da vedere e qualcosa di grande da ricordare.. manca ciò che fa la differenza fra un -Film- ed un film



Fanny, 30 anni, Milano.




Particolare...

(3/10) Voto 3di 10

Interessante ma molto lento, la fine mi ha sorpreso. Il fatto che una vera e propria fine non ci sia stata non mi ha piaciuto tanto, ma sono certa che a chi riesce trovare la sua chiave di interpretazione il film piacerà.



Monica, 26 anni, Udine (UD).




un pretesto?

(8/10) Voto 8di 10

Di seguito tento di spiegare la mia interpretazione del film, basandomi anche su ciò che ho letto su un'intervista al regista Carrere, naturalmente la pellicola è suscettibile a svariate esposizioni, pertanto se non la pensate come me risparmiate ogni insulto e scrivete qualcosa di concreto. Tutto il film è incentrato su Marc, soltanto sulle sue sensazioni, emozioni, su quest'uomo che un giorno decide di tagliarsi i baffi e perde il senno perchè i suoi amici e soprattutto la moglie non notano alcun cambiamento sul suo volto e addirittura negano di averlo mai visto con i baffi (a differenza delle persone estranee alla sua vita che lo identificano con i baffi). Si tratta della tramutazione di un uomo che deriva da un malessere dovuto alla non conoscenza della propria identità. Degli altri personaggi non ci è dato da saper nulla, neanche ciò che pensano e da qui parte la la storia di un uomo che non si perde come può sembrare ma al contrario di un uomo si trova. Evidentemente qualcosa non andava nella vita di Marc, quindi “trova” il pretesto dei baffi per entrare in una spirale di follia, che culmina con una fuga in un posto lontano utile per riflettere sul proprio allontanamento dalla moglie e dalla proprio micro cosmo di persone. Ad Hong Kong si ritrova tra l'indifferenza di una popolazione movimentata che gli permette di essere “fantasma” e a seguito di una serena solitudine, magicamente Agnes (la moglie) appare nuovamente nella sua stanza d’albergo e tutto sembra rientrare nella normalità. Marc percepisce che quello punto temporale è l'inizio del suo vero rapporto, finalmente trova se stesso e una propria identità. Il protagonista non fa più parte di una coppia assuefatta da una gigantesca fusione, ma acquista una nuova indipendenza e precisamente un vero rapporto sentimantale con se stesso. E’ significativo infatti constatare che egli non condividerà mai con sua moglie il suo cambiamento, ciò che gli è accaduto nella spirale di follia che pertanto potrà dividere solo con se stesso, infatti l’unica prova di ciò che gli è accaduto vive nella cartolina che il protagonista getterà provvidenzialmente in mare. Il film è profondo e l’interpretazione di Vincent Lindon è esemplare, scorre lentamente, ed è suscettibile a svariate interpretazioni.



Francesco, 25 anni, Roma (RM).





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