Caterina e` andata in mio cuore! Il film e` piu` impressibile. E` d`una grande "intelligenza sociale". Per favore, dove posso trovare delle foto delle attrici e degli attori? Cordiali saluti da Monaco. Harry Edwards
Pur concordando con la recensione ufficiale (manca il colpo d'ala), in qualità di insegnante di sostegno di scuola media e prima ancora di adulto che ha a cuore il destino di ogni ragazzo,ho apprezzato il film perchè mi ha fatto riflettere divertendomi (cosa che vorrei riuscire a fare più spesso con i miei alunni).
sinteticamente e a caldo alcune riflessioni:
- la mia responsabilità di adulto (sempre troppo impegnato in "altro") verso i giovani che cercano sè (Caterina dice" ma chi sono io?")
- la mia responsabilità verso me stesso (se non so io chi sono, come posso aiutare altri nella ricerca)
- la sicurezza sperimentata sul campo che è spesso sufficiente accompagnare i giovani negli avvenimenti della vita senza bisogno di avere risposte pronte
- l'esperienza che la fatica dell'educazione è ricompensata da quanto l'adulto impara da loro
- quella bella frase finale piena di speranza "noi umani possiamo solo guardare avanti" che non vuol dire dimenticare il passato ma vivere il presente con la certezza del futuro
Buon lavoro educativo a tutti gli adulti
Giuliano
g***@supereva.it
Non si discosta Virzi, anche in questo ultimo film dal suo abituale lavoro di cristallizzazione attenta dei caratteri dei suoi personaggi.
Un padre (Castellitto), ancora calato nella sua "fase" adolescenziale, situazione che non gli permette di essere coerente neanche suo ruolo di educatore pedagogico. Agata, la madre di Caterina(M. Bui), donna semplice, che vive per gli altri:marito, figlia e poi la zia.
Caterina, adolescente serena e smarrita , affronta il trasferimento "in citta'" con il timore del nuovo, ma anche con positiva cuorisita'.
Il confronto con la realta' nuova sara' per questi personaggi un boicottare continuo le certezze identitarie di una realta' di provincia, con un nuovo tipo di identita' cittadina in "costruzione", dove c'e' il bello ma anche tanta ipocrisia e squallore di gente che crede di Essere, di avere un peso nel sociale, ma che poi non riesce nel ruolo molto importante di educatore genitoriale e quindi a garantire persone alla societa' , che poi sono i propri figli, capaci di affrontare con concretazza i valori della vita.
Quello che Virzi non riesce ad inserire nel carattere dei personaggi, e' la capacita' di saper ad un certo punto"guardare" la realta' dall'esterno, per non farsi sopraffare, sconfiggere, e perdere la possibilita' di decidere sulle scelte della propria vita.
Il padre(unico romano della famiglia!!) e' quindi un perdente. Scappa, non comunica piu' nulla di se' ai propri famigliari.
Agata, tutto sommato riesce invece a crearsi un proprio spazio nella caotica citta' . E Caterina non fa altro che crescere, a volte smarrita, ma piano piano consapevole del mondo che la circonda, aiutata dalla sua grande passione per la musica, suo sempre rifugio esistenziale.
Vorrei intanto dire che se è vero che valeria (commento del 4/3) ha 13 anni ha una capacità di comprensione molto superiore a molti "grandi", complimenti!
anche a me i personaggi (tranne caterina) sono sembrati finti, mascherati, ognuno a muoversi in una realtà tutta sua dove il resto del mondo non esiste. macchiette che recitano la loro parte, forzatamente esagerata nella sua scontata ripetitività fino a diventare irreale.
lo spunto, se pure buono anche se un po' trito e ritrito, poteva essere sviluppato meglio.