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The life of David Gale

Opinioni presenti: 168
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Grande Spacey

(7/10) Voto 7di 10

Bella storia, bravi attori, si lascia vedere fino alla fine toccando un tema non facile e di grande impatto sociale. Molto interessante.



Gicc, 90 anni, Milano.




E' pazzia, ma c'è del metodo

(9/10) Voto 9di 10

Ad essere sincera sono andata a vedere questo film quasi esclusivamente per la presenza di Kevin Spacey che è uno degli attori che riesce maggiormente a coinvolgermi e pensavo di vedere uno dei tanti film in cui un gionalista caparbio tenta e ,a volte, riesce anche a far sospendere la pena di morte. Mi sbagliavo, nel film c'è sicuramente anche questo aspetto, ma non è il solo e forse non è neppure il più importante. Il tema di fondo è probabilmente, ma il film si presta a vari livelli di lettura,quello del limite moralmente accettabile a cui si può giungere per l'affermazione di una causa giusta. Che cosa sia giusto o cosa non sia giusto, al di là del tema specifico del film,è un interrogativo che in queste ore tutto il mondo, americani compresi, si stanno ponendo e a cui forse non c'è risposta accettabile se non una serie di punti interrogativi grandi quanto lo erano le torri gemelle prima dell'11 settembre. Un'altra riflessione che il film suggerisce è quella delle tante forme di integralismo che anche negli Stati Uniti esistono, cosa che forse non piacerà alla signora Fallaci, ma che è un dato di fatto, basti pensare alle lotte che si scatenano davanti alle cliniche o alle strutture dove si praticano gli aborti, alle telepredicazioni e persino al continuo riferimento a Dio che il presidente americano( assomiglia sinistramente al governatore del film)fa in ogni suo messaggio alla nazione.Il film però è anche un trhiller che rispetta tutte le regole del genere e fino all'ultima sequenza ci tiene col fiato sospeso. Straordinario come sempre Kevin Spacey,ottime anche le due protagoniste femminili: Kate Winslet, la giornalista che viene coinvolta suo malgrado e Laura Linney, l'attivista dei diritti civili che dipinge un personaggio dolcissimo e carico di umana sofferenza.Un film quindi per riflettere, pensare e discutere con gli amici, invece di seguire in Tv le chiacchiere di generali, esperti militari, politici e signore americane, residenti in Italia, che si pongono come autentiche interpretri del pensiero del popolo americano.



Maria, 59 anni, Milano (MI).




Meglio una bella magnata che una c*** del genere!!!

(1/10) Voto 1di 10

Le solite americanate!!!c*** valutiamo il nostro cinema ;rivalutiamo i vecchi "vieni avanti cretino","pasquale zagaria....",ecc.....



Oronzo, 54 anni, Trepuzzi (CZ).




Bello ma qualcosa non mi torna..

(7/10) Voto 7di 10

Concordo in pieno con il giudizio positivo dato dall’autore della recensione principale: dal punto di vista “tecnico” è un grande film. Nulla da eccepire. E’ sui “concetti” che mi lascia perplesso. Se lo si prende come una accusa alla pena di morte (che disprezzo dal profondo del cuore) non condivido la filosofia di fondo basata sull’idea che la si debba abolire perché potrebbe colpire un innocente. E’ sbagliato: la si deve abolire anche se il condannato fosse colpevole. Lo Stato non dovrebbe mai uccidere. In nessun caso. Inoltre entrando nello specifico, il finale annulla in buona parte il messaggio del film stesso. Se infatti la trama si fosse fermata al punto in cui si credeva che Gale fosse stato “incastrato” dagli altri due attivisti che hanno deciso un suicidio (improbabile a dire il vero) allo scopo di creare un martire della causa, allora il film sarebbe ancora rimasto in piedi. Ma scegliere di arrivare all’ultima scena in cui si svela che pure Gale era partecipe del complotto contro sé stesso vanifica il grosso delle critiche al “sistema”. Quest’ultimo non può essere incolpato di un errore giudiziario a danno di un uomo che ha volutamente incastrato sé stesso e macchinato con intelligenza per farsi condannare falsando le prove a suo carico. Sarebbe come dire che la scienza medica è fallimentare non solo perché non salva tutte le vite umane ma non salva nemmeno la vita dei suicidi. E come può farlo?? Quanti sono gli uomini nel braccio della morte che si sono auto-incastrati? Il caso del film è troppo contorto e improbabile per poter rappresentare una solida critica al “sistema”.



Mariano, 51 anni, Roma (RM).




imperdibile

(9/10) Voto 9di 10

che Kevin Spacey fosse una garanzia si sapeva, ma questo film lascia con il fiato in sospeso dall'inizio alla fine. Coinvolgente la trama e bravi gli attori, forse il più bel film da un po' di tempo a questa parte.



Tiziana, 50 anni, Pistoia.





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