La cosa più curiosa del film, dato che si tratta di roba che ha a che fare con esoterismo, è che il libro di cui si tratta è stato scritto nel 1666 ed il film è stato girato nel 1999...
Per il resto è un film delundente, rispetto alle premesse ottime ed alla suspence che quelle premesse creano. Ovvio il richiamo al suo capolavoro Rosemary's, ma più che altro a me ha richiamato "Angel Heart - Ascensore per l'Inferno", classico thriller dalle tinte giallo-horror dove - anche lì - si affronta un indagine dietro le poveri luciferine (nonostante non siano storie uguali) guidate dalla mano di Lucifero in persona. Diciamo che, nonostante me lo sia perso quando uscì, non ho perso nulla di importante.
La mano di Polanski si riconosce, gli ingredienti tipici del suo thriller psicologico/esoterico ci sono tutti: morti misteriose, furti inspiegabili, la tensione che serpeggia lungo tutta la pellicola.
Però manca qualcosa: la vicenda del libro poteva essere spiegata meglio e sono presenti degli elementi che - citando un precedente commento - rendono il film, almeno in certi punti, né surreale né verosimile, con il risultato di farlo scadere nella banalità.
Tuttavia non si può dire che non sia un film che prende. Se piace il genere, si passa una bella serata.
La storia è tutta costruita attraverso stereotipi di genere e figure caricaturali, e in più è piena di aspetti irrealistici anche per essere un film horror. Ad esempio il libro stesso, pur essendo antichissimo e preziosissimo, viene maneggiato alla stregua di un qualunque libro senza valore, sballottato di qua e di là, aperto e sfogliato senza alcun riguardo (addirittura in alcune scene il protagonista sputa fumo della sigaretta sulle pagine). I personaggi sono caricaturali (la bellona ricca, malefica e senza scrupoli, i librai gemelli buffi etc.)e alcune azioni sono inverosimili (es. donna bionda che si arrampica come spiderman su una grondaia, i personaggi che non cambiano mai abiti come se fossero in un fumetto, etc.). Se si trattasse di un film volutamente surreale, queste cose andrebbero bene, ma la Nona porta non è nè surreale nè verosimile, si pone in quella fastidiosissima via di mezzo che lo rende noioso e ridicolo.
Come "il nome della rosa" questo film è tratto da un libro di successo, dal quale il regista ha condensato la trama. Non è di facile interpretazione e va rivisto alcune volte per cogliere il particolare, ma l'invenzione del libro "satanico" è quanto di più geniale si possa immaginare. Penso possa interessare molto qualsiasi bibliofilo, tutto sembra vero se non fosse ricostruito fin nei dettagli. Complimenti al libro dunque ed al film che lo interpreta.