Il personaggio del film "Il Natale rubato" diventa la speranza di guarigione per i piccoli degenti.
Roma Ospedale San Camillo Forlanini: Quando un pastorello del Presepe diventa Angelo Custode.
Noè, il personaggio del film "Il Natale rubato" diventa la speranza di guarigione per i piccoli degenti del San Camillo di Roma.
Da sempre la sofferenza umana ha qualcosa in sé capace di scuotere e turbare le coscienze, ma quella dei bambini può risultare veramente insostenibile. Una full immersion nel mondo del dolore infantile è stata provata, sulla propria pelle, dal regista irpino Pino Tordiglione, in occasione della visita effettuata lunedì scorso al reparto di pediatria dell'Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, dove è stato proiettato il suo film "Il Natale Rubato". Di fronte a tanta sofferenza il regista non è riuscito a trattenere un moto di commozione e si è sentito un privilegiato, per aver dato voce alla sofferenza, troppe volte silente, di giovani vite stravolte dall'ingiuria della malattia. In questa occasione, Tordiglione ha fatto dono ai piccoli degenti della statuina di Noè, il pastorello che nella fiaba de "Il Natale rubato" accompagna la protagonista sulla strada della guarigione.Il dr. Giuseppe Paoloni, primario del reparto di pediatria del San Camillo ha avuto parole di congratulazioni per il grande coraggio mostrato da Tordiglione nell'aver usato le categorie dell'arte per ridare dignità al malato, e soprattutto dignità alla sofferenza umana. Il coadiutore del direttore generale, Pippo Amato ha saputo cogliere, nel film, il recupero di una grande tradizione, quella del presepe, e allo stesso tempo il messaggio di grande speranza verso l'infanzia sofferente. Speranza personificata nella figura del pastorello Noè, che per l'occasione si è trasmutato in Angelo Custode per ogni bambino ospite del San Camillo, e per tutti i bambini del mondo. In questo frangente, Pino Tordiglione ha sentito il bisogno di raccontare il "mistero" della genesi de "Il Natale rubato". L'ispirazione gli è venuta da un episodio realmente accaduto alla piccola Adele, sua nipote. Il grande successo del film e il riferimento agli angeli custodi colto dal dottor Amato, era stato anticipato al regista da Angelina Christina Pleszczynsky, una tedesca sensitiva e studiosa di Angeli Custodi, incontrata casualmente in una sala d'aspetto. Il resto è storia, ogni bambino malato avrà il suo Noè e potrà sorridere guardando l'orizzonte della propria guarigione.
Tina Galante
Sannio Quotidiano
Info: tina.galante@libero.it
(27 dicembre 2004)
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