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New Moon
"Queste gioie hanno violenta fine".
A un anno da "Twilight" (2008) di Catherine Hardwicke, teen-movie in salsa succhiasangue tratto dalla serie di bestseller di enorme successo a firma di Stephenie Meyer , riparte da questa frase la storia d’amore tra la mortale Bella Swan (Kristen Stewart) e il vampiro Edward Cullen (Robert Pattinson), le cui strade si dividono dopo il diciottesimo compleanno di lei, quando il ragazzo decide di andarsene nel disperato tentativo di proteggerla.
Che dietro la macchina da presa non vi sia più la regista di "Thirteen - Tredici anni" (2003) ma il Chris Weitz artefice, insieme al fratello Paul, del primo "American pie" (1999), lo si intuisce in parte dal modo leggermente più fresco in cui viene raccontato l’universo giovanile.
Universo giovanile che accanto a Bella, talmente desiderosa di sentirsi vicina ad Edward da spingersi a correre pericoli sempre maggiori, vede questa volta coinvolto anche Jacob Black (Taylor Lautner), membro della misteriosa tribù dei Quileute e suo amico d’infanzia, il quale, tra l’altro, al fine di asciugarle il sangue sulla fronte dopo una caduta dalla motocicletta, non esita a togliersi la maglietta rimanendo a torso nudo.
Una sequenza che rischia già di finire in un'ipotetica antologia del trash involontario, proprio come il lungometraggio stesso, popolato in buona parte di bellocci che, con il pretesto del calore corporeo dovuto alla licantropia, se ne vanno in giro a mezzobusto scoperto, solleticando l'immaginario erotico delle giovani spettatrici femminili (cui principalmente si rivolge) ma ricordando non poco anche la soporifera saga horror "The brotherhood" alias "Stirpe di sangue" di David DeCoteau, indirizzata in maniera esplicita al pubblico omosessuale.
Fino ad un’escursione italiana a Volterra e senza riuscire a sfuggire alla letale morsa della noia, pur suscitando un pizzico d’interesse in più, rispetto all’inguardabile capostipite, grazie al minimo di cinema di genere evocato dalla presenza di uomini lupo e di trasformazioni in digitale che, però, fanno quasi rimpiangere quelle di "Un lupo mannaro americano a Parigi" (1997).
Per circa 130 minuti (veramente troppi!) da vedere nella sola attesa di "The Twilight saga: Eclipse", diretto dal David Slade che, in fatto di vampiri su celluloide, già si occupò di "30 giorni di buio" (2007).
La frase: "Non fidarti dei vampiri, fidati".
Francesco Lomuscio
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