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Monsters University











Se dodici anni fa "Monster Inc." parodiava il mondo del lavoro in fabbrica, ora il suo prequel fonda la sua ironia sull’immaginario dei college americani più classici, sul nonnismo a scapito delle matricole, sulla voglia di rivalsa dei più sfortunati, sul cameratismo dei colleghi di corso, senza tralasciare ovviamente le confraternite, le gare fuori corso, gli scherzi, i professori. Con lo stile che ormai la contraddistingue forse proprio a partire dal fortunato primo episodio, la Disney Pixar sforna un altra piccola storia fantastica che solo l’animazione può creare, creando un mondo parallelo ma vicinissimo al nostro che pesca a piene mani dal nostro immaginario e ne trae sketches a non finire. Il film farà la gioia dei più piccoli ovviamente, ma si permette, secondo la scuola Disney degli ultimi anni, di strizzare l’occhio volentieri agli adulti, toccando temi profondi e sempreverdi: questo film in fondo è una semplice storia sull’amicizia che due giovani possono stringere ai tempi del college. È ovvio che qui da noi non si possono cogliere tutti i riferimenti al mondo dei college statunitensi se non proprio in base al cinema che ce ne ha narrato l’atmosfera e anche noi possiamo riderne. Per i maestri della Pixar, non è difficile ormai produrre un film come questo che fa davvero ridere di cuore senza alcuno sforzo apparente: alcune intuizioni sui i personaggi, sul loro aspetto e sul loro carattere sono davvero notevoli, ma rimarcare questo tratto del film è quasi scontato: la preside altezzosa che ha i caratteri di un drago insettoide, il professore dinosauro (con la voce di Alfred Molina nell’originale), nonché tutti gli studenti più svariati dell’università che prendono le forme più fantasiose e capricciose, stimolando la nostra capacità di interpretare le metafore a nostro piacimento. Si tratta di uno di quei film che si rivedono volentieri proprio per cogliere i particolari più divertenti e congegnati dagli sceneggiatori e dagli animatori.
Il rischio di ripetersi e di sedersi sugli allori del primo film si sente e si avverte dietro ogni sequenza, ma gli autori hanno preso le dovute contromisure, giocando bene le loro carte e creando un giusto compromesso tra novità fresca e rimandi diretti con il capitolo precedente, cercando e creando aspettative che trainano il film verso una conclusione nota secondo binari ignoti: difatti il finale non è facile da immaginare ma collima perfettamente con l’incipit di "Monster Inc."
Tuttavia il film non si merita un voto pieno e altissimo. Questo perché inevitabilmente si crea un confronto con il primo e il paragone non regge per originalità, inventiva, novità e un pizzico di genialità che gli autori del 2001 toccarono con quel film spettacolare che aprì nuovi orizzonti all’animazione. L’impressione a caldo è che a questo film manchino quelle doti tutte particolari che solo pochi film possiedono e che li rendono qualcosa di più che film da ridere, ma veri e propri capolavori.

La frase:
"Mike, tu non fai paura per niente. Ma non hai paura di niente".

a cura di Matteo Brufatto

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