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Monster
Aileen (Charlize Theron / L'avvocato del diavolo, The Italian job), una prostituta di mezza età, una sera incontra Selby (Christina Ricci / La famiglia Addams, Sleepy Hollow), una giovane donna, in un pub per gay e se ne innamora. Per trovare i soldi e portarla in un hotel è costretta a battere tutta la notte in strada, fino a quando incappa in un "cliente" perverso e violento che prima la tramortisce poi tenta di ucciderla. La donna, per difendersi, è costretta a sparargli. Da quel momento sarà un vortice di omicidi senza fine.
"Monster", diretto da Patty Jenkins, è basato sulla storia vera di Aileen Wournos, serial killer femminile spentasi nel 2002 in Florida tramite iniezione letale dopo aver passato dieci anni nel braccio della morte. Charlize Theron da corpo a questo complesso personaggio dopo aver accumulato tredici chili di peso ed aver deformato il suo bellissimo volto grazie al lavoro della truccatrice Toni G.. Ma lo sforzo dell'ex modella non è stato vano, infatti, per la sua interpretazione, oltre al golden Globe, le è stato insignito l'oscar come miglior attrice protagonista. Nel film affianca la Theron l'intrigante Christina Ricci, la quale con il suo particolare estro riesce ad interpretare i ruoli più originali. Per la sceneggiatura del film la regista Patty Jenkins ha letto le centinaia di lettere che la Wournos ha scritto durante la sua permanenza nel braccio della morte, cercando di riportare in pellicola alcuni degli aneddoti più importanti della sua vita e soprattutto cercando di far respirare allo spettatore la stessa aria che aveva inalato lei nel corso della sua difficile esistenza. La cineasta filma questa storia ricalcando il linguaggio scarno e semplice ma anche duro e crudele del nuovo cinema indipendente americano (basti pensare ad un film come "Boys don't Cry"). La narratrice non si fa prendere la mano con virtuosismi inutili e non osanna l'estetica della violenza, consegna il racconto alle due bravissime attrici, l'irriconoscibile Theron e la scapestrata Ricci. Anche se qualche risoluzione è ingenua, e la storia abbastanza didascalica la Jenkins è riuscita a far brillare il film di luce propria. Naturalmente che il "Monster" del titolo (oltre ad essere il ricordo dell'enorme giostra che la Wournus ha da bambina) risulti poi la società, la famiglia e addirittura l'amore salta subito agli occhi, ma la pellicola proprio per lanciare questo concetto non da un attimo di tregua allo spettatore cominciando dalle prime inquadrature sullo sfondo dei titoli di testa per finire all'ultimo, straziante, epilogo. Insomma, "Monster" è uno di quei film che prende allo stomaco sin dall'inizio e non lascia la presa fino a quando non si accendono le luci in sala. Certo, non saprei se il discorso della Jenkins di far trasparire la serial killer di turno come una vittima/vendicatrice della società che l'ha oppressa sin da piccola sia giusto, bisognerebbe osservare il film con uno sguardo più metaforico, per guardare questo mondo attraverso il filtro di una perdente senza aver mai potuto giocare la sua partita e invece di risorgere cade sempre più in basso.
Marco Massaccesi
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